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Covid in crescita in Francia e Spagna. Timori di una seconda ondata

Covid in crescita in Francia e Spagna. Timori di una seconda ondata
Diritti d'autore  Kin Cheung/Copyright 2018 The Associated Press. All rights reserved
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Di euronews
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Parigi e Roma confermano l'apertura delle scuole nei tempi previsti, Madrid coinvolge i social per diffondere le buone pratiche sanitarie

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Le autorità francesi spiegano il picco di nuovi casi positivi al coronavirus con le accresciute occasioni di incontro legate alle vacanze: feste in famiglia o in luoghi pubblici. Verranno implementate nuove misure per garantire un livello più alto di prevenzione, ma le scuole riapriranno come previsto il 1. settembre, nonostante i dubbi dei genitori e l'allarme dei sindacati.

Analoga la linea scelta dal governo spagnolo, che attribuisce alla vita notturna e agli eccessi di socializzazione i casi di contagio in crescita. Tornano dunque le campagne per rispettare l'obbligo della mascherina, e questa volta coinvolgono anche i social networks.

Fernando Simon, Direttore del Centro spagnolo di coordinamento per gli allarmi sanitari e le emergenze: "Molti personaggi popolari tra chi frequenta il web potrebbero essere d'aiuto nelle attività per controllare la pandemia. Ci sono certamente anche altri peersonaggi popolari, ma questi che spopolano sul web vivono di immagini, si fanno riconoscere in foto, dunque potrebbero favorire la diffusione di buone pratiche e fare si che queste vengano attuate correttamente".

In Italia, dopo qualche incertezza iniziale, partono i test obbligatori per chiunque arrivi dai paesi europei considerati a rischio, e si susseguono i messaggi delle autorità che invitano a non sottovalutare i rischi di una seconda ondata. La ministra dell'istruzione Azzolina tuttavia conferma il ritorno in classe per il 14 settembre.

E mentre i paesi dell'Unione europea si mostrano preoccupati per il futuro, il presidente francese Macron si dice contrario a tornare a eventuali chiusure dei confini come accaduto la scorsa primavera, e invita i paesi membri a tenere sotto controllo i singoli focolai e a imporre blocchi locali, per evitare il "danno collaterale" dell'isolamento a casa per milioni di cittadini.

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