"Ferite compatibili con una caduta dall'alto". Ma Gioele dov'è?

Proseguono senza sosta, dopo nove giorni consecutivi, le ricerche del piccolo Gioele, il bimbo di quattro anni scomparso lo scorso 3 agosto con la madre Viviana Parisi, di 43 anni, poi trovata morta, l'8 agosto, nelle campagne di Caronia (Messina).
Le ricerche continuano
Le ricerche proseguono anche con i cani molecolari e con i droni, ma fino ad ora non hanno dato esito positivo.
Anche oggi circa 70 persone tra uomini dei vigili del fuoco, della Protezione Civile, della Finanza, della polizia e dei carabinieri stanno perlustrando l'area circostante l'autostrada Messina-Palermo, nei pressi di Caronia, dove è stato ritrovato il corpo della donna, ed alcune zone a Sant'Agata di Militello, nei pressi dello svincolo dove si sarebbe fermata una ventina di minuti per poi rientrare in autostrada.
Si cerca anche nei pozzi, nei casolari e sono stati decespugliati tratti del fitto bosco a sud-ovest della A20.
"Nessuna ferita da arma da fuoco e da taglio"
Come riportato dall'entomologo forense Stefano Vanin, intervistato dal Corriere della Sera, l'autopsia della donna ha escluso ferite d'arma da fuoco e da taglio, ma - anche secondo il legale della famiglia Mondello, Pietro Venuti - sono evidenti ferite compatibili con una caduta.
L'ipotesi del suicidio resta valida, forse quella maggiormente accreditata dagli inquirenti, guidati dal Procuratore di Patti, Angelo Cavallo.
L'appello dell'avvocato
Lo stesso avvocato Venuti dichiara: "Faccio anche io un appello da parte della famiglia, come ieri ha fatto il Procuratore ,chiedendo a chiunque abbia visto qualcosa subito dopo l'incidente o nei momenti precedenti, e abbia notato Viviana sola o con il bambino, affichè si faccia vivo con gli inquirenti e dica cosa ha visto".
"Secondo quanto è emerso ieri dopo l'autopsia - prosegue Venuti - e visto che le ricerche proseguono a Caronia e Sant'Agata di Militello negli stessi punti degli altri giorni riteniamo che l'ipotesi che si sta perseguendo sia quella del suicidio di Viviana. Tra l'altro le fratture e le ecchimosi sono compatibili con una caduta dall'alto, ad esempio il pilone vicino al quale è stata ritrovata. Sono solo mie ipotesi, saranno gli inquirenti a fare chiarezza nei prossimi giorni".
Soffriva di depressione
Viviana Parisi era stata in cura per diverso tempo in strutture pubbliche, con l'uso di psicofarmaci.
Il periodo della quarantena, per una donna dall'intensa vita sociale, lavorava come disc-jockey, ha aggravato la sua depressione.
Cosi raccontano gli stessi familiari.
Gli inquirenti, peraltro, escludono che la morte della donna sia legato ad un dramma familiare.