Covid-19: il paziente zero europeo in Francia già a metà novembre

Biologist doctor prepares to swab a woman with covid-19 symptoms as she stays in her car Neuilly-sur-Seine, near Paris, Monday, March 23, 2020
Biologist doctor prepares to swab a woman with covid-19 symptoms as she stays in her car Neuilly-sur-Seine, near Paris, Monday, March 23, 2020 Diritti d'autore Christophe Ena/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved.
Diritti d'autore Christophe Ena/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved.
Di Cyril FournerisSalvatore Falco
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Uno studio suggerisce la prova che il nuovo coronavirus fosse in circolazione nell'Alto Reno a metà novembre. Il professor Yves Cohen sostiene che un malato di Covid-19 sia stato curato a dicembre nel suo ospedale vicino Parigi.

PUBBLICITÀ

Il professor Yves Cohen sostiene che un malato di Covid-19 sia stato curato a dicembre nel suo ospedale vicino Parigi. Ha raggiunto questa conclusione esaminando tutti i test del DNA dei casi trattati come polmonite che erano risultati negativi a tutti i virus conosciuti in questo centro ospedaliero.

"Su 14 pazienti, uno è risultato positivo al Covid-19", dice Cohena Euronews.

Un uomo di 53 anni è stato curato qui il 27 dicembre. Questo potrebbe essere il primo caso biologicamente confermato in Europa della malattia e permette al medico di trarre alcune conclusioni.

"Pensavamo che i primi casi fossero comparsi e che l'epidemia fosse comparsa alla fine di febbraio o all'inizio di marzo - spiega il professor Cohen, primario del reparto di terapia intensiva dell'ospedale Avicenne - Ora possiamo dire di no, il virus si è probabilmente diffuso sin da dicembre e quindi il periodo di diffusione è un mese più lungo di quanto ipotizzato. Concludo che, in caso di una nuova epidemia, potremmo prepararci molto prima, non appena i primi casi siano segnalati dal governo".

"Quindi il virus era già presente qui nella regione parigina nel dicembre dello scorso anno - aggiunge il giornalista di Euronews, Cyril Fourneris - Questo studio sottolinea l'importanza di esaminare i vecchi campioni per capire meglio la pandemia e migliorare la lotta contro qualsiasi rischio futuro. A quanto pare il virus avrebbe iniziato a diffondersi in Europa prima di quanto si pensi".

Il paziente del professor Cohen è stato curato pochi giorni prima che la Cina avvisasse l'Organizzazione Mondiale della Sanità del rischio di un nuovo virus e un mese prima del primo caso ufficiale di infezione in Europa. Ma non è tutto: un altro studio suggerisce la prova che il nuovo coronavirus fosse in circolazione Nell'Alto Reno, nella Francia orientale, a metà novembre.

I medici dell'ospedale di Colmar ci hanno inviato delle radiografie al torace che avevano esaminato. Dicono che quella a destra mostra "tipiche anomalie da Covid-19". In effetti sono simili a quelle di questa radiografia di un malato di Covid.

La regione dell'Alto Reno è stata una delle più colpite dal virus in Francia. Gli scienziati dell'istituto nazionale di ricerca CNRS ritengono che il territorio abbia raggiunto il livello epidemico già alla fine di gennaio. Due mesi prima della chiusura in Francia.

"C'è stato un problema nella rete dell'assistenza sanitaria francese perché non è stata in grado di dare prima l'allarme - conclude il professor Laurent Gerbaud, direttore della ricerca del CNRS - Penso che abbiamo bisogno di un sistema di allerta per la popolazione, che guardi a quello che succede nei reparti di rianimazione. Esiste la possibilità di mettere in atto un monitoraggio che sia in grado di dare tempestivamente l'allarme e poi di prendere decisioni migliori in materia di salute".

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Covid-19, professor Malvy: "Così non va bene, non basta fare i test"

Covid-19, il confronto: tutte le app europee (e non) per tracciare i contatti

Il sondaggio di Euronews: francesi, italiani e tedeschi traumatizzati e incerti verso la ripartenza