Covid-19: perché la popolarità dei leader europei è cresciuta durante il lockdown?

Boris Johnson, Angela Merkel, Emmanuel Macron e Giuseppe Conte
Boris Johnson, Angela Merkel, Emmanuel Macron e Giuseppe Conte Diritti d'autore AP Photo
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Di Lauren ChadwickMatthew Holroyd
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Covid-19: perché la popolarità dei leader europei è cresciuta durante il lockdown?

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Nonostante l'Europa sia stata uno dei continenti più colpiti dal virus, la popolarità di molti leader europei è cresciuta durante il periodo di confinamento imposto per contenere la pandemia.

Gli ultimi sondaggi mostrano che i partiti al governo nel Regno Unito, in Germania, in Italia e in Francia hanno avuto un incremento di popolarità durante i blocchi nazionali.

"Questa è la crisi più grave che abbia colpito l'Europa dalla seconda guerra mondiale - dice Daniele Albertazzi, politologo dell'Università di Birmingham - è risaputo che in tempi di crisi la gente tende a difendere il proprio paese e ad appoggiare il governo in carica".

L'uso di metafore belliche da parte di alcuni governi europei sembra avere contribuito ad evitare lo scrutinio dell'opinione pubblica e a non perdere consensi durante la pandemia.

"I governi sono stati molto astuti nello sfruttare questa situazione e nell'usare metafore che ricordano i periodi di guerra - sottolinea Albertazzi - così il virus è diventato un nemico che il popolo può sconfiggere solo unendo le forze".

"In questo momento la gente è convinta che non sia il momento di mettere in dubbio l'operato del proprio governo".

Anche Matthew Goodwin, politologo dell'Università del Kent, ritiene che nei momenti di crisi "gli elettori tendono a sostenere i politici in carica".

"Questo è particolarmente probabile che accada quando gli elettori si trovano ad affrontare una grande 'minaccia' esterna, come il terrorismo o una pandemia - sottolinea Goodwin - penso che la retorica del tempo di guerra abbia incoraggiato questo fenomeno, ma probabilmente sarebbe successo a prescindere".

JESSICA TAYLOR/AFP
Il premier britannico Boris JohnsonJESSICA TAYLOR/AFP

La crescita di Boris Johnson

Secondo Opinium la popolarità del partito conservatore al governo nel Regno Unito è passata dal  49% prima dell'introduzione del blocco al 54%. I laburisti, principale forza dell'opposizione, hanno perso il 4% nello stesso periodo.

La crescita dei conservatori nei sondaggi è legata in parte alle dinamiche descritte Albertazzi e Goodwin. Ma a contribuire potrebbero essere state anche le vicissitudini personali del premier Boris Johnson. 

Risultato positivo al Covid-19, Johnson ha dovuto passare diversi giorni in ospedale ed è stato anche ricoverato in terapia intensiva quando il suo quadro clinico è peggiorato. In seguito il primo ministro ha ammesso di avere temuto per la propria vita. Un'esperienza che sembra avergli assicurato la simpatia di parte dell'opinione pubblica.

A metà marzo Johnson ha detto che "questa è una malattia così pericolosa e così contagiosa che senza misure drastiche per verificarne i progressi travolgerebbe qualsiasi sistema sanitario del mondo. Prendiamo il sistema sanitario italiano, per esempio. È eccellente. Il problema però non è il sistema sanitario, ma i numeri della pandemia".

"Per questo - aveva aggiunto Johnson - abbiamo preso delle misure e sconsigliato ogni contatto inutile: sono misure che non hanno precedenti dalla seconda guerra mondiale. Dobbiamo agire come ogni governo in tempo di guerra e fare tutto il necessario per sostenere la nostra economia".

KAY NIETFELD/AFP
Emmanuel Macron e Angela MerkelKAY NIETFELD/AFP

Volano Macron e Merkel

Nel frattempo, in Francia, stando a vari sondaggi la popolarità del presidente Emmanuel Macron è cresciuta in media del 10% dopo che il governo ha imposto un blocco nazionale il 17 marzo.

Nel corso del lockdown le percentuali sono scese, ma Macron gode ancora di un consenso leggermente più alto rispetto al periodo pre-coronavirus.

Durante il discorso con cui ha annunciato le misure di isolamento Macron ha usato più volte la frase "nous sommes en guerre ("Siamo in guerra").

Chi vola davvero nei sondaggi però è Agela Merkel. In Germania, uno dei paesi che ha gestito meglio la crisi, la crescita del consenso nei confronti del governo ha raggiunto percentuali a due cifre: la CDU/CSU della cancelliera è passata dal 24% al 38%.

Nel frattempo nessun altro grande partito politico in Germania ha visto un aumento dei consensi: i Verdi, secondo l'istituto d'indagine Kantar Emnid, sono scesi al 7%.

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ANDRES BALLESTEROS/AFP
Il premier spagnolo Pedro SanchezANDRES BALLESTEROS/AFP

La situazione in Italia e Spagna

Anche il sostegno al primo ministro italiano Giuseppe Conte è aumentato, mentre i partiti socialdemocratici al potere in Danimarca, Svezia e Portogallo sono migliorati di almeno il 4% nei sondaggi d'opinione di fine marzo.

In Spagna, stando ai dati di ElectoPanel, i consensi del Psoe del premier Pedro Sanchez sono calati nella settimana che ha preceduto il blocco nazionale, annunciato il 14 marzo, ma ad aprile sono tornati a crescere gradualmente.

Unidad Podemos, alleato di governo dei socialisti, ha registrato invece un leggero calo nei consensi, mentre il sostegno al Partito popolare di Pablo Casado è cresciuto costantemente ogni settimana.

Quanto durerà l'effetto del lockdown sui sondaggi?

Non a lungo, stando agli analisti. Goodwin ritiene che l'effetto positivo sui consensi delle prime settimane post lockdown sembra essersi ormai esaurito e che gli elettori cominciano a mettere in discussione l'operato dei loro governi.

"Emmanuel Macron e Donald Trump, per esempio, ora stanno soffrendo nei sondaggi - sottolinea Goodwin - questo è importante perché sappiamo che la percezione della competenza ha una grande influenza sul voto delle persone".

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"In paesi come Italia, Svizzera e Finlandia c'è stato un breve periodo di tregua tra i partiti di governo e le opposizioni - dice Albertazzi - con il passare delle settimane la gente inizierà a rendersi conto dell'enorme effetto finanziario della crisi e verranno fuori sempre più storie sugli errori commessi dai governi nella gestione della pandemia".

I dati di Europe Elects mostrano un calo nei consensi dei partiti populisti in vari paesi. La Lega di Matteo Salvini ha perso circa il 4% da febbraio. In calo anche Vox in Spagna, Alternativa per la Germania e il Rassemblement National di Marine Le Pen in Francia.

"I partiti radicali e populisti - dice Albertazzi - sembravano inizialmente aver accettato la necessità di smorzare le critiche ai governi o ai loro avversari".

Ma gli analisti si aspettano che i populisti tornino presto al loro modo di comunicare pre-crisi.

"È facile prendersela con i governi, con gli oppositori o con l'Unione Europea - continua Albertazzi - ma c'è certamente il rischio che i populisti tornino a polemizzare troppo presto e giudichino male l'umore del pubblico".

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"Questa è una crisi di proporzioni talmente grandi che potremmo essere ancora nella fase in cui il pubblico e le associazioni imprenditoriali vogliono vedere più unità che divisione".

Albertazzi sottolinea inoltre che è politicamente importante che i partiti populisti cambino il più presto possibile la loro posizione.

"Devono dimostrare di essere rimasti fondamentalmente diversi da quelli che vedono come partiti tradizionali, che accusano di attenersi alle stesse ricette di sempre".

"Per loro è importante che gli elettori li vedano come qualcosa di diverso, che non sono partiti che stanno addomesticando la loro strategia di comunicazione".

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