Dati approssimati per difetto: secondo l'Inps i morti Covid sono quasi 20.000 in più rispetto ai dati ufficiali
Di Covid 19 e con Covid 19, in Italia, si muore molto di più.
Il bilancio delle vittime dell'epidemia non è fedele alla realtà, ma di molto sottostimato.
Il report dell'Inps sulla mortalità nel periodo di picco conferma l'approssimazione dei dati ufficiali forniti dal Dipartimento della Protezione Civile.
L'analisi dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale mette a confronto l'andamento stagionale dei decessi, che nella prima parte dell'anno, nei mesi di gennaio e febbraio, registrava addirittura un calo, pari a 10.148 unità.
La bomba Covid deflagra a marzo e aprile 2020: 27.938 i morti ufficiali.
Nelle statistiche dell'Inps figurano però quasi 47mila deceduti in piùrispetto alle previsioni (andamento stagionale), che in genere seguono un trend costante.
A questo punto - si legge nelle conclusioni del report - ci si può chiedere quali siano i motivi di un ulteriore aumento di decessi pari a quasi 20.000 unità.
Il fattore esterno, e cioè il coronavirus, è la causa, con una portata ancor maggiore se si prende in considerazione anche la diminuzione del tasso di mortalità per incidenti stradali.
Si legge nel documento dell'Inps: "La quantificazione dei decessi per Covid-19, condotta utilizzando il numero di pazienti deceduti positivi fornito su base giornaliera dal Dipartimento della Protezione Civile, è considerata, ormai, poco attendibile in quanto influenzata non solo dalla modalità di classificazione della causa di morte, ma anche dall’esecuzione di un test di positività al virus.
Inoltre, anche il luogo in cui avviene il decesso è rilevante poiché, mentre è molto probabile che il test venga effettuato in ambito ospedaliero è molto difficile che questo venga effettuato se il decesso avviene in casa".