Regno Unito: la Premier League come la Bundesliga? Si cerca l'intesa per ripartire
La Premier League, che ha chiuso i battenti venerdì 13 marzo per arginare la diffusione dell'epidemia di coronavirus, dovrebbe tornare in campo il 12 giugno. Ma la ripartenza, subordinata al rispetto delle condizioni di sicurezza per team e tifosi, non gode del consenso unanime. I giocatori premono per riaffondare i tacchetti nel rettangolo erboso. Walker e Lingaard, rispettivamente difensore e centrocampista del Manchester secondo in classifica, twittano la voglia di tornare in campo, ma - scrive Walker - la sicurezza prima di tutto.
L'ipotesi di individuare alcuni campi neutri dove giocare le rimanenti gare non piace ai club in odore di retrocessione, che potrebbero mettere la prua contro il restart.
"Le squadre dovranno affrontare situazioni in cui i giocatori si ammalano - dice anche Paul Barber, amministratore delegato del Brighton & Hove Albion - dobbiamo capire quale sia il piano della Premier League in questo caso". Perché, l'abbiamo detto mille volte in questi due mesi, la sicurezza dei giocatori e dello staff deve essere una priorità assoluta".
Ma, oltre alla sicurezza, il club di Barber si trova ad esempio a soli due punti al di sopra della zona retrocessione e aveva in programma di giocare cinque delle nove partite rimaste in casa. Guardando invece la classifica dall'alto, la sospensione della Premier League è una iattura soprattutto per il Liverpool, che ha 25 punti di vantaggio sui secondi del Manchester: un crescendo rossiniano interrotto da Covid 19.
La stampa inglese vede difficile (ma non impossibile) un accordo tra società, Premier League e Football Association. A cominciare dai club: sarebbero infatti 8 le società contrarie al progetto "Restart".