Alta Corte tedesca accoglie ricorsi: "La BCE chiarisca sul QE"

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Per i giudici la legittimità della partecipazione della Bundesbank dipende dalla analisi costi-benefici

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La sentenza della Corte costituzionale tedesca sulla legittimità del quantitative easing operato dalla Banca centrale europea, rischia di rimescolare le carte della politica finanziaria e monetaria dell'Unione europea.

I giudici di Karlsruhe, pronunciandosi sui ricorsi di politici di area conservatrice, hanno respinto le richieste di considerare illegittime le azioni della BCE, accogliendone però la tesi dei ricorrenti sulla mancata valutazione della proporzionalità tra costi e benefici. In conseguenza di ciò se entro tre mesi la BCE non avrà provato tale congruità, la Bundesbank non potrà più legalmente partecipare ai programmi di acquisto.

Soddisfatto l'esponente politico conservatore Peer Gauweiler, firmatario del ricorso, secondo il quale la sentenza della Corte stabilisce che le decisioni di politica finanziaria spettano agli organismi elettivi, come il parlamento, e non a entità burocratiche come la BCE.

L’ex ministro degli Esteri Joschka Fischer aveva detto poco tempo fa che la Corte tedesca “non ha il mandato per deragliare il progetto europeo”. Ma secondo molti osservatori il problema non sono i giudici, che applicano le leggi, ma i Trattati, che dovranno venire modificati, per evitare nuovi problemi.

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