Turismo: il comparto italiano si prepara a un'estate post coronavirus

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Di Alberto De Filippis
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A fronte di un crollo nelle prenotazioni, gli imprenditori si affidano all'inventiva

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Il danno per il turismo italiano a causa del Coronavirus è stato stimato a quasi due miliardi di euro per questa estate. I professionisti del settore però cercano di correre ai ripari sperando almeno di salvare scampoli di stagione turistica. L'inventiva è uno degli elementi che vengono in soccorso agli imprenditori.

Gli arrivi dall'estero diminuiranno e ci si aspetta piuttosto un turismo nazionale. Se davvero si potesse uscire a luglio o agosto la contrazione economica sarebbe di almeno il 40% di un'annata normale.

Sulle spiagge i proprietari di stabilimento cercano di rispettare le nuove disposizioni sanitarie.
Uno di loro a Porto Cesareo dice: "Cercheremo di mantenere le distanze fra gli ombrelloni, oltre tre metri e mezzo lasciando una passarella centrale. Ci aspettiamo comunque un crollo delle prenotazioni di almeno il 30, 40% se dovessimo riaprire fra luglio e agosto. Cercheremo di salvare il salvabile".

Anche sulla riviera romagnola l'invetiva non manca. Un imprenditore aggiunge: "Come vedo il dopo? Meno persone, dei locali più intimisti e poi forse dei concerti e della musica più vicina alla nostra tradizione popolare".

Intanto però il comparto attende risposte certe dalle autorità e si aspetta una lunga estate calda.

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