Bolsonaro riapre il Brasile per paura della recessione

Mentre tutto l'Occidente sconta con decine di migliaia di morti la mancanza di reazione all'allerta coronavirus il Brasile inverte strategia e punta alla riapertura dopo un parziale distanziamento sociale. Per questa manovra il presidente Jair Bolsonaro ha costretto il ministro alla sanità in carica alle dimissioni e ne elegge un altro che seguirà il liberismo sfrenato che professa.
Il nuovo docile ministro Teich
Del resto Bolsonaro nel discorso che ha proceduto l'investitura di Nelson Teich (un oncologo con un passato oscuro all'epoca della sua attività come ufficiale dell'esercito) è stato chiaro: sa di prendere un rischio e se le cose peggiorano ne pagherà le conseguenze ma vuole a tutti i costi incentivare i traffici per scongiurare una profonda recessione dell'economia nazionale.
I supporter dell'ex ministro Mandetta
La strategia dell'ex ministro alla salute pubblica Luiz Henrique Mandetta era stata condivisa dai governatori di San Paolo e Rio de Janeiro, le zone maggiormente investite dal Covid-19 e la cosa aveva messo in difficoltà Bolsonaro che ha voluto la riapertura del paese sull'orlo di una reale crisi finanziaria. Ma intanto il governatore di San Paolo, Joao Doria, ha esteso fino al prossimo 10 maggio le misure di distanziamento sociale. Lo stato di San Paolo è il più colpito dal contagio, con quasi 900 morti. La quarantena era stata imposta da Doria lo scorso 24 marzo ed era già stata prorogata, il 7 aprile, fino al 22 aprile. "La decisione è sostenuta dal comitato di emergenza, composto da 15 medici e da specialisti: rispettiamo la scienza. Lavoriamo per raggiungere il 70 per cento di isolamento sociale, che adesso è al 49 per cento", ha detto recentemente Doria alla stampa brasiliana.