Opec: accordo a metà sul taglio dei barili, il Messico resiste

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Di Michele Carlino
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Lo storico 'accordo del venerdì santo', per un taglio della produzione mondiale di petrolio di 10 milioni di barili al giorno dal primo maggio, non avrà luogo senza il sì del Messico che prima sembrava disponibile all'intesa, poi si è sfilato...

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L'accordo tra i Paesi produttori di petrolio dell'Opec, che prevede un netto taglio della produzione per contrastare il crollo dei prezzi del greggio, registra qualche difficoltà, dopo che il Messico ha mostrato di volersi sfilare dall'intesa. (Leggi qui l'ultimo comunicato dell'Opec)

La decisione era stata preceduta dai colloqui tra la Russia e l'Arabia Saudita, e prevede per maggio e giugno il taglio di 10 milioni di barili al giorno, che diventano 8 da luglio fino alla fine del 2020, e 6 milioni da gennaio 2021 fino ad aprile 2022.

La tenuta dell'accordo, secondo gli osservatori, dipenderà sostanzialmente dal Messico, che ogni giorno produce 1781 milioni di barili di greggio e che si è detto disposto a un taglio di soli 100.000 barili tra maggio e giugno.

Petrolio, il calo della domanda e il taglio della produzione per stabilizzare il prezzo

La domanda globale di greggio è scesa di 30 milioni di barili giornalieri, il 30 per cento delle forniture, a causa del blocco del traffico aereo e delle misure adottate dai governi.

I un simile scenario, senza interventi dei produttori, il crollo dei prezzi potrebbe secondo gli esperti spingere il barile al di sotto dei 10 dollari, rendendo il costo di stoccaggio superiore al prezzo di mercato.

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