Polonia: il Covid-19 toglie lavoro e un tetto sopra la testa ai migranti

Polonia: il Covid-19 toglie lavoro e un tetto sopra la testa ai migranti
Diritti d'autore AP Photo/Czarek Sokolowski
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Di Magdalena Chodownik
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C'è chi torna subito in patria e chi, invece, non può e non sa neanche come pagare l'affitto.

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La Polonia ha quasi 2 milioni di lavoratori migranti. La maggior parte di loro viene dai Paesi vicini, Ucraina e Bielorussia, ma anche da posti molto più lontani, come il Bangladesh. Hanno trovato casa qui in Polonia e contribuiscono a far girare l'economia nazionale. Ma la pandemia di coronavirus e le restrizioni conseguenti hanno portato alla chiusura delle imprese, lasciando molti senza lavoro.

Iryna, 27enne ucraina, lavorava in un ristorante a Varsavia, prima dell'emergenza sanitaria e ci racconta come, da un giorno all'altro, si è trovata disoccupata: "Quel giorno sono andata al lavoro e non pensavo che la sera avrebbero chiuso, che dal giorno seguente non ci sarei più andata. Non so quando tornerò a lavorare e non sono la sola".

L'industria dei servizi impiega il maggior numero di migranti e questi sono stati i primi a sentire l'impatto economico della pandemia, come dichiara ai nostri microfoni Hassan, proveniente dal Bangladesh."In questo momento, il 75% delle persone perde il proprio impiego perché lavora nei ristoranti, per così dire, nei luoghi pubblici", dichiara l'uomo. 

"Questo mese posso pagare l'affitto perché ho ricevuto lo stipendio, ma ad aprile? Non sarò in grado di pagare", racconta Svietlana, di origini ucraine. "Tutti i nostri piani - i miei, di mio marito e dei miei bambini - sono crollati, così, in un secondo".

Svietlana ha deciso di tornare in Ucraina, ma sta ancora cercando di capire come organizzare il suo viaggio. Almeno per lei, tornare a casa è ancora un'opzione. Per i cittadini georgiani che lavorano in Polonia non c'è scelta, invece, dato che i collegamenti aerei sono stati sospesi. Per alcuni di loro, perdere il lavoro significa anche perdere la casa, perché i loro datori spesso danno loro anche un alloggio. Peggio ancora, alcuni non possono permettersi di mangiare. In tanti hanno passato la notte all'aeroporto di Varsavia, con la promessa che sarebbero tornati a casa, ma così non è stato. Ora stanno compilando, presso la loro ambasciata, i documenti per ottenere un alloggio temporaneo, dove poter stare.

La Polonia è il confine orientale dell'Unione Europea e sono tantissime le persone qui che vogliono tornare a casa, come spiega Svietlana: "Arrivano da tutta la Polonia, ma anche da Repubblica Ceca, Slovacchia e al confine, credo, che la situazione sia terribile"

Molti cercano disperatamente di tornare dalle proprie famiglie. Se ci riusciranno e se poi un giorno potranno tornare in Polonia a lavorare dipenderà dal virus, ma anche dai polacchi.

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