Covid-19: la vittoria a metà della Cina

E' una vittoria a metà quella che riporta Wuhan questo giovedì, quando si sono registrati 0 contagi, 0 contagi anche nella provincia di Hubei e in tutta la Cina.
I primi medici sono tornati a casa. "Riposatevi", gli è stato detto, la nostra missione infatti non è ancora finita.
Infatti resta la paura e i dubbi. E non solo sulla veridicità della dichiarazione, ma che senso avrebbe dire menzogne oggi? Il problem invece è quello dei contagi di ritorno che potrebbero innescare una seconda ondata
Ora che l'Europa è il focolaio dell'epidemia. E come abbiamo imparato a capire, i virus non possono essere arginati e le frontiere non possono essere blindate.
A guardare il corso dell'infezione in Cina, il sorriso si spegne sul viso: a Wuhan allarme generale il 23 gennaio (con ritardi e sospetti sulla sottovalutazione iniziale da parte delle autorità sanitarie e politiche di Wuhan e a Pechino); dal 23 gennaio quarantena sempre più rigorosa nella città di 11 milioni di abitanti e nella provincia dello Hubei (60 milioni di abitanti in tutto); dal 10 febbraio divieto assoluto di uscire di casa; picco di contagi e di morti a fine febbraio; calo della curva epidemica a inizio marzo; zero contagi oggi, 19 marzo. Due mesi di guerra contro il coronavirus.
In Europa, il timore è che non sarà diverso. E l'esperienza cinese, drammatica -3245 i morti -cinese è l'unico punto fermo cui bisogna guardare.