Il mondo si isola: confini chiusi anche da Austria, Ungheria, Germania e Spagna
Anche il confine tra Stati Uniti e Canada chiude i battenti a causa del coronavirus: lo conferma un tweet di Donald Trump, il quale rimarca la decisione consensuale per ciò che riguarda "il traffico non essenziale; dunque il commercio non sarà intaccato".
Non è di certo più agevole la situazione in Europa, dove non mancano frontiere serrate, palpabili tensioni, rigide misure di controllo e disinfezione.
In Turchia, si è registrato il primo decesso da coronavirus.
E l'Africa è entrata a pieno titolo nell'emergenza: i turisti, per il momento, non sono più ben accetti ed i controlli standard (con relativa misurazione della temperatura corporea), specie negli aeroporti, sono assai puntigliosi.
Nonostante tutte le misure intraprese, i mercati globali continuano inesorabilmente a perdere terreno: l'Organizzazione internazionale del Lavoro avverte che il coronavirus potrebbe spazzare via circa 25 miliardi di posti di lavoro.
Sono i giorni della pandemia, i giorni della morte e soprattutto i giorni del divieto. Per la prima volta la società occidentale si trova a fare i conti con l'impossibilità di andare a scuola, come succede ormai anche a New York, di uscire di casa, come succede in Italia, Spagna, Francia e mezza California e di viaggiare.
Gli Stati cadono come mosche a ogni latitudine vengono dichiarati stati d'emergenza: in Svizzera, Kazakistan, Armenia. Chiuse le frontiere di Tunisia, Cile, Colombia.
Impossibile da mezzogiorno varcare le frontiere esterne dell'Unione europea e si moltiplicano i confini anche dentro il vecchio continente dove hanno chiuso i loro Austria, Ungheria, Germania, Spagna.
L'Italia è martoriata: conta un terzo dei morti globali, 26mila malati, e lunedì ancora centinaia di morti: 345 in 24 ore. A Bergamo e provincia un settimo dei contagiati dello stivale, le pompe funebri raccontano di ricevere 10 chiamate all'ora.