Causa contro la statua antisemita in Germania. Ma per i giudici è solo una testimonianza storica

Il bassorilievo è rimasto sulla facciata della cattedrale di Wittenberg, in Germania, fin dall'epoca in cui Martin Lutero discuteva le sue 95 tesi e neppure la recente battaglia legale iniziata da un esponente della comunità ebraica locale è servita a farlo rimuovere.
La statua della discordia raffigura un rabbino e alcuni ebrei con una scrofa, animale considerato impuro dai testi sacri, e una scritta con un chiaro riferimento alla religione ebraica. È un motivo antisemita diffuso in epoca medievale: se ne trovano diverse testimonianze che risalgono al XIII Secolo e ad epoche successive. A questa specifica statua Martin Lutero si riferisce in uno dei suoi libri, nel 1543.
"Solo una testimonianza storica"
Per i giudici dell'Alta Sassonia, che si sono espressi ieri sulla disputa legale, quello che potrebbe sembrare un soggetto offensivo va inserito nel contesto storico in cui si trova. È una testimonianza della sua epoca: questa la tesi della corte.
"Vista nel dettaglio la scultura può essere considerata offensiva. Nel contesto in cui è collocata, perde il suo carattere di insulto", spiega un portavoce. In più la chiesa è la prima in cui si è usato il tedesco - anziché il latino - per celebrare la messa. Martin Lutero predicava dal suo altare ed è tutelata dall'Unesco. Alterarne la facciata potrebbe essere molto complicato.
A portare il caso in tribunale era stato Michael Dulmann, un cittadino di Wittenberg che ora annuncia il ricorso alla corte federale contro la decisione dei giudici. La statua - sostiene - è diffamatoria nei confronti della religione ebraica.