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La ricerca scientifica internazionale mobilitata contro il coronavirus

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Diritti d'autore  euronews
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Di Paolo Alberto Valenti
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Mentre in Australia si cerca in laboratorio di svelare tutti i segreti del coronavirus di Wuhan in Cina si coltiva il virus a tempo di record per sperare di avere un vaccino entro qualche mese

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Mentre si registra una flessione di nuovi contagiati col coronavirus, a segnalare un possibile inizio del rallentamento del contagio, in Cina i casi  sospetti viaggiano verso i 10 mila e sono 103 le persone che hanno superato l'infezione e sono state dimesse dopo il ricovero ospedaliero. Nel conteggio della cosiddetta Grande Cina - includendo Hong Kong, Macao e Taiwan - i casi confermati sfiorano le 6.000 persone.

Lo sforzo scientifico internazionale

Intanto in Australia una versione del virus sviluppata in laboratorio potrebbe servire per sintetizzare un  vaccino. Lo conferma Mike Catton,  del The Peter Doherty Institute, che è fra i ricercatori australiani sulla breccia. Per lui oltre alle tecniche molecolari che potrebbero essere utilizzate nello sviluppo di vaccini e medicinali, il virus può essere utilizzato nella valutazione dell'efficacia dei vaccini in particolare e dei medicinali.

Il massimo sforzo della Cina

Il massimo sforzo per trovare un'adeguata barriera contro il virus lo si fa in Cina. L'obiettivo resta il vaccino visto che i coronavirus non si riescono a debellare con i farmaci. "Ci vuole un certo processo per sviluppare il vaccino. Il ceppo di semi è ora coltivato su cellule. Quindi ci vorrà un mese per ottenere il ceppo del vaccino. Successivamente, ci vorranno 15 giorni per testarlo e almeno un altro mese e mezzo per il brevetto finale": spiega Li Lanjuan, responsabile del laboratorio statale cinese per la diagnosi e il trattamento delle malattie infettive.

Una non facile battaglia

Contro i corinavirus non ci sono farmaci specifici anche se in via embrionale si dice che alcuni preparati adoperati contro l'HIV, potrebbero essere sperimentati per contenere gli esiti anche letali di questa nuova polmonite contro la quale si è mobilitato tutto il mondo scientifico intenazionale.

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