La cancelliera Merkel da Erdogan e sul tappeto mille problemi

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Di Paolo Alberto Valentieuronews
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Il cessate il fuoco in Libia, la crisi umanitaria in Siria, i migranti, le complicate relazioni con l'Europa: l'incontro fra Angela Merkel e il presidente Erdogan in Turchia non ha avuto una agenda facile

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La crisi libica, la catastrofe umanitaria in Siria, i migranti che diminuiscono in parte negli sbarchi in Europa ma restano il problema capitale globale di questa fase storica, le relazioni con un'Europa di cui la Germania sarà presidente di turno fra pochi mesi: ecco i temi e i problemi della complicata partita a scacchi del 24 gennaio fra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e la cancelliera tedesca Angela Merkel a Istambul.

Il confronto fra la Mitteleuropa e l'uomo forte del Mediterraneo

Berlino ha rapporti storici importanti con la Turchia e non solo per la forte immigrazione turca che da decenni si registra in tutta la Germania. Ma questa bilaterale rivela a piena mani  i recessi del tormentato rapporto fra la Turchia e l'insieme dell'Europa.  Sullo sfondo il ruolo della naziona emergente "pretendente scomoda" ma che può essere molto utile nella stagione delle migrazioni e la fase calante di una Angela Merkel che non vuole comunque lasciare troppi problemi a quello che ormai è saldamente il paese faro del vecchio continente.

L'affondo di Erdogan, la parata di Merkel

"Come sapete, l'UE ci ha promesso un aiuto finanziario pari a 6 miliardi di euro da versare in due rate di 3 miliardi, ma finora nemmeno la prima parte è stata interamente versata alle organizzazioni non governative": ha detto a chiare note Erdogan in conferenza stampa. "Abbiamo parlato della situazione umanitaria nell'area di Idlib e vedrò come possiamo sostenere la Turchia nell'aiutare le persone in fuga che ora vivono in tende sul territorio siriano, e se possiamo anche dare un apporto finanziario per migliorare la situazione umanitaria - ha ribattuto Merkel - La Turchia si trova davvero ad affrontare un problema enorme, va detto, e credo che sia una cosa molto importante poter aiutare ogni persona a trovare qui un alloggio, aiutare ogni bambino, ogni famiglia".

Un panorama geopolitico irto di conflitti

Secondo la Turchia i raid delle forze di Bashar al Assad e della Russia contro l'ultima roccaforte islamica ribelle nel nord-ovest della Siria hanno provocato 450 mila sfollati da inizio novembre. "Il fatto che l'Ue fornisca più aiuti ai siriani è prima di tutto un dovere umanitario", ha aggiunto dal canto suo Erdogan.

Lo snodo libico

"Non lasceremo i nostri fratelli libici e (il premier del governo di accordo nazionale) Sarraj da soli in questi giorni difficili" ha puntualizzato ancora Erdogan nel quadro della conferenza stampa congiunta con la cancelliera. Per lui il signore della guerra Haftar non rappresenta la Libia e ha confermato la presenza di una delegazione militare turca in Libia a sostegno di Tripoli. Ma intanto la moltiplicazione degli attori nel settore libico non sembra un elemento rassicurante per la pacificazione. L'instabilità dell'insieme della sponda meridionale del Mediterraneo è un problema che nessuna della politiche europee ha saputo affrontare e non solo per l'enorme complessità dell'impresa.

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