Medio Oriente: razzi iraniani e minacce di hezbollah contro soldati Usa

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Di Salvatore Falco
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Teheran tiene alto il livello della minaccia per spostare l'attenzione dalle proteste in corso in Iran. Le minacce anti-Usa arrivano anche dal Libano per bocca del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah

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Teheran tiene alto il livello della minaccia per spostare l'attenzione dalle proteste in corso nel Paese.

Almeno quattro soldati iracheni sono rimasti feriti dai razzi che hanno colpito una base aerea che ospita un contingente americano a Balad, in Iraq. Lo fanno sapere le forze armate di Baghdad.

Quasi tutte le truppe americane hanno lasciato la base negli ultimi giorni, con il montare della crisi con l'Iran dopo l'uccisione del generale Qassam Soleimani.

L'episodio giunge dopo gli attacchi missilistici dei giorni scorsi da parte di Teheran contro basi irachene che ospitano militari Usa, in risposta al raid statunitense che aveva portato all'uccisione del comandate militare iraniano Qasem Soleimani. Intanto oggi si sono registrate nuove manifestazioni di piazza in Iran, e scontri con la polizia, da parte di coloro che portestano per l'abbattimento di un jet passeggeri ucraino per errore da parte della contraerea iraniana.

Hezbollah minaccia i soldati Usa

Minacce arrivano anche dal Libano per bocca del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah: "Gli americani devono abbandonare le le loro basi. I soldati, gli ufficiali e le navi devono lasciare la nostra regione. Dovrebbero andarsene, altrimenti l'alternativa sarà diversa da quella che ho prospettato domenica scorsa, l'alternativa di andare via in verticale, cioé vivi, non durerà per sempre e farà posto a quella di partire in orizzontale, nelle bare. Scoprirete nel sangue il vostro errore e la vostra illusione".

Minaccia Usa, con ritiro truppe congeleremo vostri conti

L'amministrazione americana di Donald Trump ha nuove pesanti minacce per l'Iraq in caso di un ritiro delle truppe Usa dal Paese: i conti correnti aperti in banche americane, dove finiscono gli introiti dal petrolio, saranno bloccati. Lo rivela in esclusiva il Wall Street Journal citando funzionari anonimi del Dipartimento di stato americano. In particolare, Washington priverebbe Baghdad di miliardi di dollari depositati alla Federal Reserve Bank di New York. E nel caso in cui si verificasse ciò, l'Iraq non sarà in grado di ritirare fondi, il che potrebbe portare al crollo del governo e alla paralisi dell'economia locale.

Secondo il "Wall Street Journal" un funzionario americano ha informato il premier iracheno a interim, Adel Abdul Mahdi, in una telefonata, mercoledi' scorso, della nuova punizione e del danno che ne deriverebbe. La Federal Reserve Bank di New York fornisce servizi bancari a circa 250 banche centrali e istituzioni governative di tutto il mondo e già nel 2015 aveva bloccato per diverse settimane un conto corrente del governo iracheno in seguito ad alcuni sospetti versamenti a banche iraniane e all'Isis. Non è chiaro quanto sia al momento depositato alla Fed di New York, a nome di Baghdad, ma il Wsj aveva documentato che a fine 2018 il saldo era di 3 miliardi di dollari.

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