Iraq: la partenza dei soldati Usa, temporanea o definitiva?

Iraq: la partenza dei soldati Usa, temporanea o definitiva?
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Di Sergio Cantone
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Iraq: la partenza dei soldati Usa, temporanea o definitiva?

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È in Iraq dove la collisione tra Stati uniti e Iran potrebbe manifestarsi in modo più acuto. A questo punto il Pentagono e i suoi alleati si chiedono se valga la pena restare in questa placca mesopotamica, sedata in passato a caro prezzo, dando eventualmente guerra, o andarsene in buon ordine. Grande è la confusione sotto il cielo di Baghdad imprecano gli strateghi. 

Dice Rob Malley, presidente dell'International Crisis Group: "quando il segretario di stato Pompeo dice che siamo più al sicuro oggi di quanto lo fossimo in precedenza, io immagino, così come altri, che si riferisca a minacce contro gli statunitensi in medio oriente, nel golfo, e forse altrove. Allora perché evacuare le truppe dall'Iraq se non sono in estremo pericolo?

L'espulsione delle truppe americane da parte del parlamento iracheno inquieta gli alleati europei di Washington impegnati nella lotta contro l'Isis. 

Alcuni di essi, come i tedeschi, hanno annunciato il ritiro dei loro uomini impegnati in missioni di addestramento e non c'è nessuna intenzione di riorientare l'impegno verso nuovi obiettivi che non siano la guerra contro lo stato islamico

Per Heiko Maas, ministro degli esteri tedesco: "il problema è che quelli impegnati in compiti di addestramento, ad esempio sono bloccati, poichè la battaglia contro l'Isis da parte della coalizione è ferma. Quindi, la sicurezza dei nostri soldati presenti in Iraq è prioritaria".

Invece la Francia, uno dei principali alleati degli Usa nella guerra contro lo Stato islamico ha rassicurato la Casa bianca

La Francia ha invece mille soldati nella regione. E "Macron ha ribadito che intende mantenere una presenza miliatre nella regione per combattere contro l'isis. Lo ha detto al telefono anche ad altri capi di stato e di governo" afferma una portavoce dell'Eliseo. 

Pochi dubitano del fatto che ciò che resta dell'Isis possa riprendere vigore di fronte alle esitazioni occidentali,

Il tacito sodalizio tra sciiti e forze occidentali, aveva garantito una certa stabilità ala regione, dopo la guerra contro l'insurrezione tra il 2003 e il 2010, e quella contro l'Isis. 

Ma dopo l'uccisione del generale Suleimani la pax sciita potrebbe essere irrimediabilmente compromessa.

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