Riforma delle pensioni, perché cambiare è così difficile in Francia?

Riforma delle pensioni, perché cambiare è così difficile in Francia?
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Di Pauline BockGiulia Avataneo
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La Francia è in rivolta da una settimana contro il piano del governo Macron. Ma secondo l'Ocse il Paese non può fare a meno di riformare il sistema

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Il presidente Emmanuel Macron riuscirà dove i suoi predecessori hanno fallito, vale a dire riformare il moloch delle pensioni francesi?

La Francia è in rivolta da una settimana contro il progetto di riforma del governo: trasporti bloccati, città paralizzate, con un danno per chi produce chi viaggia. Ma fra l'esecutivo e i sindacati è muro contro muro e la soluzione sembra lontana. Anche il compromesso offerto dal premier Edouard Philippe, che mantiene inalterata l'età della pensione a 62 anni e limita le modifiche ai nati dopo il 1975, non soddisfa le parti sociali. 

Ma perché è così complicato trovare una soluzione?

Un sistema complesso

Il sistema pensionistico francese è fra i più articolati in Europa: ha 42 regimi diversi, sulla base delle specifiche categorie professionali.

La fusione di questi sistemi in un sistema a punti universale è stato uno dei principali impegni della campagna di Emmanuel Macron per l'Eliseo.

"Macron ha vinto con la sua promessa di semplificazione", spiega a Euronews Monika Queisser, responsabile della politica sociale dell'Ocse. "Oggi in Francia ci sono decine di sistemi, ognuno con regole diverse, che coprono fasce di popolazione e forniscono prestazioni differenti".

AP Photo/Christophe Ena
La protesta dei lavoratori a Parigi, 12 dicembre 2019AP Photo/Christophe Ena

In un report del 2015 sul welfare francese, l'Ocse ha rilevato che "il sistema pensionistico offre una buona protezione ma attraverso una struttura complessa". Nonostante le riforme precedenti, il sistema rimane "parcellizzato", con "problemi di coordinamento". 

L'organizzazione osserva che i parametri e le regole di calcolo dell'assegno variano tra settore pubblico e privato, così come tra varie categorie, creando "grandi disuguaglianze".

In generale, i francesi vanno in pensione prima della media dei Paesi Ocse

Parola d'ordine: uniformare

Una riforma era necessaria perché il sistema oggi crea confusione fra i lavoratori, aggiunge Queisser (Ocse): "Se cambiano lavoro, non capiscono come possa influire sui contributi - spiega - e ci sono dubbi sull'integrazione fra settore pubblico e privato".

L'obiettivo, dice, è di "cambiare la logica del sistema e unificarlo. Oggi un euro di contributo versato può risultare in benefici diversi a seconda del regime pensionistico in cui ci si trova. Questa situazione deve cambiare". 

AP Photo/Thibault Camus
L'attesa alla metropolitana di Parigi, 12 dicembre 2019AP Photo/Thibault Camus

Per gli economisti Antoine Bozio e Thomas Piketty il sistema pensionistico francese è "dispersivo, complesso, incomprensibile per la maggior parte dei cittadini e la sua stabilità a lungo termine è in dubbio". Nel loro manifesto del 2008, Per un nuovo sistema pensionistico, sostengono un regime unico ma con alcune variazioni rispetto al progetto di Macron.

La loro raccomandazione è per un "sistema unificato di conteggio dei contributi individuali, che assicuri gli stessi diritti e regole a tutti i lavoratori". Un modello che "faciliterebbe la mobilità, garantirebbe l'equilibrio finanziario del Paese e darebbe benefici ai meno abbienti, aiutando chi ha avuto problemi e interruzioni nel suo percorso professionale".

Meccanismo a punti

Emmanuel Macron ha dichiarato che ogni euro versato avrà un certo valore, ancora da definire. Ed è questo un elemento criticato dai sindacati, che temono una fluttuazione di questo coefficiente, stabilito direttamente dai governi, che così avranno il potere di influire sulle pensioni.

"Tutti sapranno qual è il contributo di un punto, ma nessuno sa ancora quale sarà il beneficio previsto", sostiene La France Insoumise, mentre i Verdi dichiarano: "La conversione dei punti nell'importo dell'assegno potrebbe variare sulla base delle condizioni generali dell'economia".

Per Queisser (Ocse) "è logico che le persone siano preoccupate per il loro futuro, ma i loro timori sarebbero giustificati in qualsiasi regime pensionistico". 

Tutela per le fasce a rischio

Un aspetto mette tutti d'accordo: la necessità di una riforma e di un sistema universale per semplificare le cose. È anche quanto raccomandato dall'Ocse. 

Tuttavia, il nuovo regime dovrebbe conservare delle modulazioni, per rispondere a una società sempre più frammentata rispetto agli anni '40, quando ha debuttato il welfare francese. Secondo Melissa Petit, sociologa che studia l'economia dell'invecchiamento e delle pensioni, le trasformazioni sono eclatanti. 

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Ap / Thomas Samson
Il Primo ministro Edouard Philippe spiega la riforma del governo, Parigi, 11 dicembre 2019Ap / Thomas Samson

Le carriere sono meno lineari, vanno dal privato al pubblico, dal libero professionismo al lavoro dipendente. Alcuni scelgono di prendersi delle pause tra un impiego e l'altro, altri sono costretti a farlo per mancanza di opportunità. 

"Non siamo più in una situazione in cui il lavoro è una costante per tutta la vita", spiega. In questo senso, la proposta di Macron garantisce continuità, perché i contribuenti continueranno a ricevere punti anche durante la disoccupazione e il congedo di maternità.

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