[Cosa dicono i dati] In Francia si sciopera di più rispetto agli altri paesi?

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Di Vincent Coste
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Rispetto ai paesi vicini, la Francia è spesso percepita come il paese in cui gli scioperi sono più partecipati e frequenti. Ma la verità è che sono in calo sia nel settore pubblico che in quello privato. Lo dicono i numeri.

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Più di 800mila persone sono scese in piazza in Francia per protestare contro la riforma delle pensioni; 1 milione e mezzo secondo stime del sindacato CGT. Si è trattata certamente di una delle più grandi mobilitazioni degli ultimi anni, ma non certo la più memorabile. Lo dicono i dati. 

Per approfondire ➡️ Francia: pensioni, ecco cosa dovrebbe accadere la prossima settimana

Il malcontento è stato particolarmente palpabile nel settore dell'istruzione pubblica, con un tasso di adesione compreso tra il 40% e il 50%, e in quello dei trasporti, dove solo un treno SNCF su 10 ha circolato nella giornata di giovedì.

Per i sindacati si tratta di un successo: lo sciopero continua questo venerdì, in particolare nel settore dei trasporti. Secondo Force Ouvrière, questa mobilitazione è stata "di rara portata, senza precedenti dal 2010 e dal 1995" - in riferimento alle precedenti riforme pensionistiche. 

In effetti, negli ultimi vent'anni, i francesi non hanno esistato a fare barricate per evitare ogni genere di cambiamento al loro sistema pensionistico. Così è stato per esempio nel 2010: tra il settembre e l'ottobre di quell'anno, milioni di persone hanno marciato contro la volontà del governo Fillon di aumentare l'età legale del congedo dal lavoro.

Nel 2003, François Fillon, allora ministro degli Affari sociali e del Lavoro fece arrabbiare la Francia con la sua riforma sull'estensione del periodo contributivo e la creazione di un sistema pensionistico "a capitalizzazione" chiamato PERP (Plan d'épargne retraite populaire).

Uno dei momenti più caldi a livello sociale si è vissuto nel dicembre 1995, proprio il 5 di quel mese -  scelto non a caso dai sindacati per convocare questa nuova manifestazione: da un giorno all'altro governo Juppé è andato in crisi; nelle tre settimane successive, quasi sei milioni di persone hanno detto no al "piano Juppé" sulla sicurezza sociale e sulle pensioni. L'obiettivo del progetto era di applicare ai dipendenti pubblici e alle società pubbliche (le ferrovie, SNCF, o l'energia, EDF) le misure del settore privato accolte nel quadro della riforma Balladur del 1993.

La difficoltà di mettere a confronto le cifre sugli scioperi in Francia

Non è facile effettuare confronti statistici sugli scioperi in Francia: mancano infatti dati omogenei che coprono tutti i settori del mondo del lavoro.

Ci sono due istituti che pubblicano indicatori, uno per il settore privato, la Direction de l'Animation de la recherche, des Études et des Statistiques (DARES), e l'altro per il pubblico, la Direction générale de l'Administration et de la Fonction publique (DGAFP).

Primo ostacolo, i dati forniti non possono essere raffrontati: la DARES conta il numero di giorni individuali in cui non si lavora per sciopero ogni mille dipendenti, mentre la DARES il numero di giorni persi a causa di scioperi.

In secondo luogo, in entrambi i casi, i dati non comprendono tutte le categorie. Pertanto, per i dipendenti pubblici, la funzione pubblica territoriale e la funzione pubblica ospedaliera non figurano nelle cifre fornite dalla DGAFP. Lo stesso vale per il settore privato, in cui non si tiene conto dei lavoratori del settore agricolo. Detto questo, alla luce dei grafici elaborati sulla base di questi dati, i principali movimenti sociali sopra elencati sono effettivamente rappresentati.

Da ultimo, può essere evidenziato come gli scioperi siano in calo sia nel settore pubblico che in quello privato. Questa osservazione può essere correlata all'attuale basso tasso di sindacalizzazione in Francia: attualmente, meno del 10% dei lavoratori è iscritto ad una sigla sindacale. 

Francia, campione del mondo di scioperi?

Rispetto ai paesi vicini, la Francia è spesso percepita come il paese in cui gli scioperi sono più partecipati e frequenti. Ma anche qui, ancora una volta, è difficile trovare solidi elementi di confronto per costruire un'analisi reale, in quanto i metodi per contare scioperi e tasso di adesione sono diversi da paese a paese. 

Negli Stati Uniti, ad esempio, vengono presi in considerazione solo gli scioperi che coinvolgono almeno 500 dipendenti. L'OCSE propone dati contrastanti per dirimere la questione: l'organizzazione internazionale è molto cauta e sottolinea che non esiste, al momento, un sistema di misurazione armonico a livello internazionale. Ciononostante, l'Istituto sindacale europeo ha proposto uno studio sulla questione, in cui vengono evidenziate anche la disparità delle fonti. Spiccano, qui, i numeri ben più grandi rispetto alla Francia di **Grecia, Spagna e Cipro. **

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