Via libera del Parlamento europeo alla Commissione guidata da von der Leyen

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Di Sergio Cantone Agenzie:  Ansa
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Via libera del Parlamento europeo alla Commissione guidata da von der Leyen

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Via libera del Parlamento europeo alla Commissione guidata da Ursula von der Leyen. A Strasburgo gli eurodeputati hanno votato a favore del nuovo esecutivo europeo: 461 sì e 157 no il risultato del voto, meglio di quanto fatto dal predecessore Jean-Claude Juncker. Nel 2014 l'esecutivo del lussemburghese ebbe 423 voti a favore, 209 contrari e 67 astenuti (su 751 eurodeputati).

Nel 2010 la seconda commissione Barroso ottenne 488-137-72 (su 736 eurodeputati), nel 2004 la prima commissione Barroso fece 478-84-98 (su 732 parlamentari), nel 1999 la commissione Prodi ebbe 510 sì, 51 no e 28 astenuti (su 626 eurodeputati), nel 1995 quella Santer ebbe 417 voti a favore, 104 contro e 59 astenuti (567 deputati).

Le prime parole di Ursula Von der Leyen a euronews

 Subito dopo il voto, Ursula Von der Leyen ha risposto a alcune domande.

Le proposte di von der Leyen, più politica e meno tecnocrazia

I dolori della dottoressa Ursula hanno trovato sollievo tra le braccia accoglienti di un'eurocamera narcotizzata dal consenso e dalla paura. Un consenso inatteso, arrivato come un regalo un po' in anticipo per Sint Klaas, ma alquanto tardi per il ruolino di marcia delle procedure per l'insediamento del collegio dei commissari nelle sue piene funzioni, così come recitano i trattati.

Ma la politica a volte si fa un baffo delle faccende procedurali, e la manciata di settimane di ritardo in vista dell'esordio sconta qualche regolamento di conti trasversale, tra gruppi, politici, tra paesi, tra istituzioni europee e con qualche stato recalcitrante. Malattie che rendono il corpo della politica più forte. Ciononostante, la paura che tutto potesse deragliare in vista di una catastrofe economica e finanziaria annunciata era presa in considerazione un po' da tutti. Ma lei, von der Leyen, è proprio lì per questo.

Come estremo contributo della Germania a sanare le lacerazioni di un'Unione che non è mai stata così disunita. E la nuova capa dell'esecutivo comunitario lo lascia immaginare, nel suo ultimo discorso, per ottenere l'approvazione definitiva degli eurodeputati, E nel nome di una una maggioranza che sia il meno umiliante possibile, sfodera l'arma letale, l'extrema ratio per la tecnocrazia: la politica. Anzi, la "geopolitica", per dare un'idea di "Europa come attore su scala mondiale", in grado di vedersela alla pari con le "grandi potenze", e che imponga la sua cultura delle relazioni internazionali nel segno della "multipolarità". La chiave di volta per la nuova commisisone è la sfida ambientale.

La lotta contro il cambio climatico è affidata all'olandese, Frans Timmermans, socialista, poliglotta, e giurista internazionale di vaglia che ha dimostrato il suo virtuosimo leguleio nella precedente commissione, sfidando a trattati e oratoria Polonia e Ungheria, due paesi con una concezione molto localista e sovrana dello stato di diritto.

Timmermans dovrà elaborare il Green New Deal , una sorta di keynesismo alieno, che attraverso investimenti pubblici e privati dovrebbe rivoluzionare l'industria energivora europea trasformadola in crescita economica ad alto tasso vegano. Rivoluzione infrastrutturale che faccia da traino alle spompe manifatture del Vecchio continente. La questione non è estranea al futuro della Moneta unica che ha bisogno di una "gestione non solo tecnocratica", ma anche "politica".

Il discorso è decisamente ecumenico e tenta di conciliare l'ortodossia finnaziaria del Nordeuropa con l'eterodossia fiscale del sud, per rilanciare la crescita. Anche sull'immigrazione Ursula von der Leyen ha speso parole di unità, dicendo chiaramente che l'Europa deve "accogliere nel nome dei suoi valori", ma anche "espellere chi non ha titolo per chiedere riparo". Ma allora la geopolitica dov'è? in una parte di discorso sussurato che riprende quanti detto dal presidente francese Macron: "la Nato è in condizioni di morte cerebrale". Che l'Alleanza atlantica in condizioni critiche sia una crisalide che von der Leyen dottoressa Ursula conta di trasformare in difesa europea? Un compito arduo se la Brexit dovesse andare in porto.

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