Svolta degli Usa: gli insediamenti israeliani in Cisgiordania "non sono illegali"

Svolta degli Usa: gli insediamenti israeliani in Cisgiordania "non sono illegali"
Di Giulia Avataneo
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Una mossa che fa nuovamente salire la tensione fra Israele e Palestina. Ma non coglie del tutto di sorpresa.

PUBBLICITÀ

È una mossa che rimette in discussione 40 anni di politica estera e mette un'ipoteca sulla pace tra Israele e Palestina, quella con cui l'amministrazione Trump dichiara di per sé "non illegali" le colonie dello Stato ebraico in Cisgiordania. La decisione è stata ufficializzata lunedì dal segretario di Stato Mike Pompeo.

"L'amministrazione Trump ribalta l'approccio del governo di Barack Obama nei confronti degli insediamenti israeliani in Cisgiordania. Questi non sono in contrasto con il diritto internazionale"
Mike Pompeo, Segretario di Stato americano

Uno strascico politico

Una dichiarazione che riflette la verità storica, ha esultato Benjamin Netanyahu, l'ex presidente amico di Trump, in difficoltà dopo le elezioni perse nelle ultime tornate elettorali. 

Il popolo ebraico non è colonialista straniero in Giudea e Samaria
Benjamin Netanyahu

Cauto il suo avversario Benny Gantz, presidente incaricato della formazione di un nuovo governo, che pure ha lodato Washington, prima di ribadire: il destino di quel territorio "dovrà essere determinato da accordi che tengano conto delle richieste di sicurezza e possano promuovere la pace". Netanyahu ha colto l'occasione per un attacco al leader del partito Blu e Bianco, che sta trattando con i partiti arabi d'Israele per dare vita al nuovo esecutivo.

L'Ue: le colonie violano la legge

Di segno opposto le reazione del segretario generale dell'Olp, Saeb Ereka: "La comunità internazionale deve prendere tutte le misure necessarie per rispondere a fare da deterrente a questo comportamento irresponsabile degli Usa che rappresenta una minaccia alla sicurezza globale e alla pace". 

Una decisione "nulla, inaccettabile e da condannare", ha aggiunto il portavoce del presidente palestinese Abu Mazen, Nabil Abu Rudeina. "L'amministrazione Usa - ha proseguito - non è qualificata o autorizzata a cancellare le risoluzioni di legittimità internazionale e non ha il diritto di dare alcuna legittimità all'insediamento israeliano. Gli Usa non hanno più alcun ruolo nel processo di pace". 

La reazione furibonda dei palestinesi dopo la dichiarazione del governo americano spinge Washington a mettere in guardia gli americani che viaggiano in Medio Oriente, invitando alla "massima vigilanza". Bruxelles si affretta a ribadire la sua posizione: le colonie sono illegali e vanno contro la prospettiva di una soluzione a due stati e di una pace duratura.  

I precedenti

Se la decisione ribalta gli ultimi decenni di approccio alla questione palestinese da parte americana, la svolta non si può dire inattesa. Dopo il riconoscimento di Gerusalemme come capitale, Washington vi ha spostato l'ambasciata da Tel Aviv e ha chiuso l'ufficio dell'Olp nella capitale americana. A marzo di quest'anno, la firma del riconoscimento delle alture del Golan, annesse da Israele. 

L'amministrazione Obama era andata invece in direzione opposta, consentendo al consiglio di sicurezza dell'Onu di approvare una risoluzione che dichiara le colonie come una "fragrante violazione" del diritto internazionale.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

La escalation di violenza fra Gaza e Israele ancora alta mentre arrivano voci di tregua raggiunta

Israele: ucciso Baha Abu al-Ata a Gaza, raid contro Akram Ajoury a Damasco

Israele: al via l'audizione di garanzia di Netanyahu, il premier è accusato di corruzione