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L'Argentina licenzia Macri e torna peronista con Fernández

L'Argentina licenzia Macri e torna peronista con Fernández
Diritti d'autore  REUTERS/Agustin Marcarian
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Di Euronews
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Il candidato di "Frente de todos" evita il ballottaggio e vince al primo turno

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L'Argentina vira a sinistra, passando per il centro, e torna peronista. Il candidato di "Frente de todos", Alberto Fernández, evita il ballottaggio e vince al primo turno contro il presidente liberista uscente, Mauricio Macri, grazie anche al cospicuo pacchetto di voti, cooptati alla causa e messi a disposizione da Cristina Kirchner, presidente della Repubblica argentina dal 2007 al 2015. Fernández entrerà ufficialmente in carica il 10 dicembre, ma deve immediatamente allestire il team, attivarsi per rassicurare i mercati e scongiurare il rischio di iperinflazione.

Argentina come l'Araba Fenice, secondo il presidente neo-eletto Fernández

Con oltre il 47 percento dei consensi, il leader peronista ha festeggiato la vittoria con i suoi sostenitori: "Ricostruiremo l'Argentina egualitaria e solidale che tutti sogniamo - ha detto il neo-eletto presidente  - questo è l'impegno che assumo. E speriamo, chiunque siano i nostri avversari in questi quattro anni, speriamo che siano consapevoli di ciò che ci hanno lasciato e ci aiutino a ricostruire il Paese dalle ceneri che si sono lasciati alle spalle".

La sconfitta del presidente uscente, Mauricio Macri

Eletto nel 2015, Mauricio Macri vanta almeno un successo: è il primo Capo di Stato non peronista che è riuscito a finire il suo mandato. Da lui l'ammissione della sconfitta: "Voglio congratularmi con il presidente eletto Alberto Fernández, ho appena parlato con lui, per la scelta che è stata fatta e che l'ha premiato - ha dichiarato Macri - l'ho invitato a colazione a Casa Rosada perché deve iniziare un periodo di transizione. La transizione ordinata, che porta tranquillità a tutti gli argentini. Perché, qui, l'unica cosa che conta è il futuro e il benessere degli argentini".

Macri lascia i conti pubblici in ordine, ma anche un Paese che vede aumentare disoccupazione e povertà. Nel 2019 il Paese affronta una recessione del 2,7% e un'inflazione che galoppa ed è causa della netta svalutazione della moneta.

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