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Argentina, l'estrema destra di Javier Milei trionfa alle legislative di metà mandato

Il presidente argentino Javier Milei festeggia dopo la vittoria alle elezioni legislative di metà mandato a Buenos Aires, in Argentina, domenica 26 ottobre 2025
Il presidente argentino Javier Milei festeggia dopo la vittoria alle elezioni legislative di metà mandato a Buenos Aires, in Argentina, domenica 26 ottobre 2025 Diritti d'autore  AP/Rodrigo Abd
Diritti d'autore AP/Rodrigo Abd
Di Jeremiah Fisayo-Bambi Agenzie: AP
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Il partito di governo di Milei ha ottenuto oltre il 40 per cento dei voti alle elezioni di metà del mandato, con le quali è stata rinnovata quasi la metà dei seggi alla Camera bassa del Congresso e un terzo di quelli del Senato

Il movimento di estrema destra del presidente dell'Argentina Javier Milei ha vinto le elezioni di metà mandato di domenica 26 ottobre, dopo una campagna elettorale in cui il presidente statunitense Donald Trump ha promesso un sostegno da 40 miliardi di dollari per la nazione sudamericana e ha subordinato ulteriori aiuti al successo della sua controparte argentina.

Milei proseguirà ora la sua strategia ultra-liberista in Argentina

Il partito al governo, La Libertad Avanza, ha ottenuto oltre il 40 per cento dei voti (sulla base di oltre il 97 per cento dei seggi scrutinati), in uno scrutinio attraverso il quale si è rinnovata quasi la metà dei seggi della Camera bassa del Congresso e un terzo di quelli del Senato. Per Milei si tratta di una vittoria fondamentale, ottenuta grazie alle buone performance in alcune aree-chiave del Paese, e al contempo di un risultato sorprendente, poiché nessuno aveva ipotizzato un distacco così ampio rispetto alle forze di opposizione.

La tornata elettorale di metà mandato era considerata in Argentina come una sorta di referendum sui primi due anni di presidenza dell'autodefinito capo di Stato "anarco-capitalista". Che ora potrà contare su un sostegno rafforzato anche dal punto di vista parlarmentare, e certamente proseguirà la sua strategia radicale ultra-liberista, grazie anche al sostegno economico in arrivo da Washington.

Staccata nettamente l'opposizione peronista

I risultati hanno mostrato un distacco netto rispetto ai movimenti peronisti di sinistra, che hanno ottenuto poco più del 31 per cento dei consensi: un risultato descritto come la performance peggiore dell'alleanza progressista negli ultimi anni.

Il presidente argentino Javier Milei dopo la vittoria alle elezioni legislative di metà mandato a Buenos Aires, domenica 26 ottobre 2025
Il presidente argentino Javier Milei dopo la vittoria alle elezioni legislative di metà mandato a Buenos Aires, domenica 26 ottobre 2025 AP/Rodrigo Abd

Milei ha sottolineato come il suo partito sia passato da soli 37 seggi alla Camera bassa del Congresso a ben 101 dopo il voto di domenica. Al Senato, l'incremento per La Libertad Avanza è stato di quattordici seggi, il che porta il totale a venti senatori.

Tale forte affermazione assicura a Milei un sostegno sufficiente al Congresso per sostenere l'azione governative, evitare un tentativo di impeachment e portare avanti i suoi ambiziosi piani di riforma fiscale e del lavoro nei prossimi mesi.

Milei afferma che l'Argentina ha aperto una nuova pagina

Domenica sera, nella sede del suo partito nel centro di Buenos Aires, Milei è salito sul palco e ha cantato alcune strofe di un brano death-metal che è diventato il suo inno: "Sono il re di un mondo perduto!".

Raggiante, mentre i suoi sostenitori lo acclamavano, ha sottolineato che i risultati dimostrano che l'Argentina ha voltato pagina rispetto a decenni di peronismo, che hanno portato il Paese a ripetuti default sul debito sovrano: "Il popolo argentino si è lasciato alle spalle la decadenza e ha optato per il progresso", ha detto Milei, ringraziando "tutti coloro che hanno sostenuto le idee di libertà per rendere l'Argentina di nuovo grande".

Il presidente argentino Javier Milei sorride dopo la vittoria alle elezioni legislative di metà mandato
Il presidente argentino Javier Milei sorride dopo la vittoria alle elezioni legislative di metà mandato AP/Rodrigo Abd

Forse mai un'elezione legislativa argentina aveva suscitato tanto interesse a Washington e a Wall Street, in particolare dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva evocato la possibilità di revocare l'assistenza finanziaria al Paese in difficoltà economiche qualora Milei avesse perso il voto di domenica.

Ma il fermento per le elezioni all'estero non si è sentito in Argentina. Anche se il voto è obbligatorio, le autorità elettorali hanno registrato un'affluenza alle urne inferiore al 68 per cento domenica: tra i valori più bassi registrati dal ritorno della nazione alla democrazia nel 1983.

Milei, un importante alleato ideologico per Trump

Dopo decenni di deficit di bilancio e protezionismo, l'azione di Milei, un sostenitore di Trump che ha tagliato la spesa pubblica e imposto una liberalizzazione generalizzata dell'economia argentina, dipendeva direttamente dalle elezioni di domenica.

Un mese fa, la significativa sconfitta dell'opposizione peronista in un'elezione provinciale aveva allarmato i mercati e provocato una svalutazione del peso. Una dinamica che aveva imposto la richiesta di aiuto a Washington, con il governo di Milei che ha dovuto scongiurare una crisi valutaria.

Una serie di scandali - tra cui le accuse di corruzione nei confronti della potente sorella di Milei, Karina Milei - aveva incrinato l'immagine del presidente come paladino della lotta alla corruzione, toccando un nervo scoperto per gli elettori, provati dalle dure misure di austerità. Ma dopo l'incontro con Trump all'inizio del mese alla Casa Bianca, pochi giorni dopo che gli Stati Uniti hanno accettato di concedere il loro sostegno finanziario, la bilancia ha cominciato a pendere a favore del presidente in carica.

Sebbene i rapporti suggeriscano che l'inflazione sia scesa drasticamente da un massimo annuale del 289 per cento toccato nell'aprile 2024 a solo il 32 per cento del mese scorso come risultato dei tagli al bilancio, molti argentini hanno ancora difficoltà ad arrivare a fine mese.

L'aumento dei prezzi continua infatti a superare quello dei salari e delle pensioni. Inoltre, con l'eliminazione di una serie di sussidi da parte di Milei, le famiglie pagano ora di più per i trasporti pubblici e l'elettricità. Infine, secondo i media locali, il tasso di disoccupazione è ora più alto di quando il presidente è entrato in carica. Ma la fiducia della popolazione, evidentemente, non sta diminuendo.

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