Lo dice un documento presentanto dagli avvocati del governo di fronte a un tribunale scozzese chiamato a pronunciarsi sulla cosiddetta legge anti no-deal.
Avrebbe preferito morire piuttosto che chiedere una proroga della Brexit a Bruxelles, ma sembra che alla fine Boris Johnson lo farà, sempre che non si trovi un accordo entro il 19 ottobre. In un documento presentanto dagli avvocati del governo di fronte a un tribunale scozzese, chiamato a pronunciarsi sulla cosiddetta legge anti no-deal, si legge chiaramente che "nel caso in cui nessuna delle condizioni stabilite... sia soddisfatta, il premier invierà una lettera nelle forme stabilite entro il 19 ottobre 2019".
Immediata la reazione dell'Irlanda: "Credo che dovremmo arrivare a un accordo entro la metà di ottobre per poter iniziare i negoziati sulle relazioni future e sull'accordo di libero scambio - ha dichiarato il premier Irlandese Leo Varadkar - Come ho sempre detto la Brexit non riguarda solo il Regno Unito e si sta spostando verso la fase successiva dei negoziati. Tuttavia, se il governo del Regno Unito dovesse chiedere una proroga, ovviamente lo prenderemmo in considerazione. La maggior parte dei paesi dell'Unione Europea lo farebbe solo a patto che ci fosse una buona ragione dietro".
Mentre i leader europei studiano il piano di Johnson per un accordo con Bruxelles, nessun dettaglio trapela dal pool di avvocati sulla lettera che il primo ministro del Regno Unito si impegnerebbe a spedire all'Unione.