In Perù un gruppo di Ticuna, una popolazione locale, usa sistemi di allerta satellitare e droni per bloccare gli incendi dolosi nella foresta amazzonica, appiccati per fare spazio alle piantagioni di coca
L'alta tecnologia è arrivata nel cuore dell'Amazzonia per combattere il narcotraffico. Siamo a nord del Perù, a Buen Jardín del Callarú nella provincia di Mariscal Ramon Castilla.
Alcuni Ticuna, una popolazione indigena, mostrano come stanno combattendo la deforestazione criminale, condotta per far posto alla coltivazione della coca. Per monitorare i mutamenti nell'intensità della distesa verde, fanno uso di un sistema d'allerta satellitare e di droni che pattugliano l'area. Quando il segnale arriva si rivolgono alla polizia per fare la segnalazione.
"Dobbiamo pensare ai nostri figli che stanno crescendo", dice un Ticuna, "E di qui a 20 anni, cosa respireranno?".
Combattono quegli stessi coltivatori di coca per i quali pure hanno lavorato in passato, raccogliendo le foglie. Era l'unico modo per mantenere le proprie famiglie: le piantagioni illegali strappano terra e mercato ad altre attività.
Pablo racconta che il clima è cambiato anche in Amazzonia: "Fa molto caldo, una volta non era così. Ora dalle 11 del mattino il sole è insostenibile".
I Ticuna devono fare i conti con le minacce provenienti da chi viene disturbato dall'attività di sorveglianza. Denunciano il fatto che la polizia spesso faccia cadere nel vuoto le loro segnalazioni.
"All'inizio siamo stati addirittura minacciati di morte. Abbiamo bisogno di alleati, dell'aiuto di altre comunità", dice Pablo.
È chiaro che tutta questa tecnologia, arrivata in questo luogo grazie ad un'ong, la Rainforest Foundation, non serve a molto senza un maggiore attivismo da parte della pololazione locale, e la reale volontà del governo di combattere le deforestazioni illecite.