Un esercito europeo per quando? L'Europa a un bivio

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Di Cecilia Cacciotto
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Di fronte a una nuova corsa agli armamenti, che vede tra i protagonisti anche l'emergente e pericolosa Cina, l'Ue ha bisogno di un colpo di reni per posizionarsi militarmente a livello globale

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All'indomani del ritiro degli USA dal trattato sulle forze nucleari intermedie, quello firmato da Regan e Gorbaciov nel 1987, si parla e da più parti si teme una accelerazione della corsa agli armamenti.

Il dibattito sull'esercito europeo torna di volta in volta di moda in seno ai 28, e non solo, così come la necessità di una politica della sicurezza europa che vada in una sola direzione.

Lo scenario internazionale sicuramente si complica, cosa si deve attendere dall'Unione europea oggi che il suo esecutivo è guidato dall'ex ministro della Difesa, la tedesca Ursula Von Der Leyen?

Cristiano Puglisi, esperto di politica europea e difesa europea, sollecita una presa di posizione forte e netta da parte comunitaria, che rischia di trovarsi schiacciata tra due colossi nucleari: a est la Cina, attore emergente sulla pista della corsa al nucleare (con una spesa militare che oggi si aggira intorno ai 250 miliardi di dollari), intesse una relazione privilegiata con la Russia e a ovest gli Stati Uniti.

Andare in ordine sparso è rischioso, si rischia di fare il vaso di coccio tra due vasi di ferro
Cristiano Puglisi

Resta quindi fondamentale una politica estera unitaria e annuciata a una sola voce. Su questo punto torna il generale Vincenzo Camporino oggi consulente dell'Istituto affari internazionali.

L'Europa deve essere all'altezza delle sue ambizioni, se ne ha; se vuol restare ai margini e succube delle decisioni di Pechino o Washington, faccia pure. Non è quello che io auspico
Vincenzo Camporini

Si può pensare al giorno in cui avremo un vero esercito europeo con soldati che rientrano nella stessa caserma, si addestrano insieme e usano gli stessi strumenti? Vincenzo Camporini è ottimisti, c'è stato un ottimo esempio in questo senso, "È stato l'Eurofor, supportato da una decisione politica, aveva il suo quartier generale a Firenze, ed ha operato in Kosovo".

Eurofor è stata sciolta per il veto di uno dei Paesi membri, la Spagna, per motivi prettamente politici.

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