Alla corte di Macron, Gozi si difende: "Non faccio parte del governo francese"

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Di Luca Santocchia
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L'ex sottosegretario dei governi Renzi e Gentiloni risponde alle accuse di Luigi Di Maio, che ha ipotizzato la revoca della cittadinanza per conflitto di interessi

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Da domenica lavora ufficialmente come consulente agli affari europei per il premier francese Édouard Philippe. Fino ad un anno, però, Sandro Gozi era un sottosegretario del governo Gentiloni (e prima di quello Renzi). Un cambio di maglia che non è piaciuto a Luigi Di Maio, che ha ipotizzato la revoca della cittadinanza a Gozi per un possibile conflitto di interessi.

In base alla legge 91 del 1992 Gozi potrebbe effetivamente essere privato della cittadinanza italiana. La normativa stabilisce che un se un cittadino italiano assume un incarico in un governo straniero, il governo italiano può revocargli la cittadinanza se la persona in questione non accetta di rinunciare all'incarico.

In pratica però è molto difficile che accada: sia la Costituzione italiana che diverse normative europee approvate dopo la legge del 1992 stabiliscono che un cittadino non possa essere privato della cittadinanza per motivi politici. Se davvero il governo mettesse in moto la procedura contro Gozi, l'ex sottosegretario potrebbe portare la questione in tribunale o appellarsi alla Corte costituzionale. 

"È grottesco, consiglierei a Di Maio di studiare il diritto dell'Unione europea - ha detto Gozi a Euronews -. Scoprirebbe che a un cittadino europeo non può venire revocata la cittadinanza per motivi politici e non gli può venire impedito di lavorare in un'altra amministrazione o in un altro governo".

L'esperienza di come consulente durerà comunque pochi mesi. Ad attenderlo c'è il Parlamento europeo dove Gozi, candidato alle europee con la coalizione di Macron, siederà dopo l'uscita degli eurodeputati britannci.

"Io - ha precisato - non sono un membro del governo francese, non sono un ministro o un sottosegretario, sono un semplice consigliere per gli affari europei che deve lavorare sull'avvio del Parlamento europeo e sul futuro dell'Unione: il dibattito sulla conferenza europea e le possibili riforme politico-istituzionali".

Dalla gestione dei migranti alla Tav, dalla Libia ai cantieri navali di Saint-Nazaire: negli ultimi mesi Francia e Italia si sono scontrate su diverse questioni. Un cambio di rotta netto rispetto ai governi precedenti.

"Penso che l'attuale governo italiano - ha detto Gozi - abbia sbagliato a non proseguire il lavoro per il Trattato del Quirinale che il nostro governo aveva avviato. Il trattato avrebbe dovuto fare entrare Francia e Italia in una nuova era di più forte cooperazione politica, istituzionale e culturale, soprattutto in chiave europea".

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