Erano le 9.53 del 18 luglio 1994 quando una esplosione distrusse la sede della Associazione Israelo argentina nel quartiere Once di Buenos Aires. 85 morti, oltre 300 feriti: il più grave attentato terroristico nella storia del Paese.
Erano le 9.53 del 18 luglio 1994 quando una esplosione distrusse la sede della Associazione Israelo argentina nel quartiere Once di Buenos Aires. 85 morti, oltre trecento feriti: il più grave attentato terroristico nella storia del Paese. Due anni prima, il 17 marzo del 1992, un attacco all’ambasciata israeliana a Buenos Aires aveva provocato 29 vittime e 242 feriti.
"Com'è possibile che 25 anni dopo non ci sia stato un solo arresto, nessun responsabile per questo crimine contro l'umanità? - si chiede dal palco il presidente dell'Associazione Ariel Eichbaum - La nostra società chiede urgentemente che giustizia sia fatta perchè è il solo modo per evitare che accada di nuovo. sono passati 25 anni e la ferita resta aperta, non puo' rimarginarsi senza giustizia".
Nessuna certezza giudiziaria, indagini complicate e tanti misteri, non ultimo quello legato alla morte del procuratore Alberto Nisman, titolare dell’inchiesta, classificata ufficialmente come suicidio.
Un'intera generazione di argentini è testimone dell'impunità e della mancanza di giustizia - ha dichiarato il presidente argentino Mauricio Macri - E' stato un colpo inferto al Paese intero, al sistema democratico e a ciascun argentino".
Dietro agli attentati la procura vede la mente dell'Iran e la mano operativa di Hezbollah, ma Teheran nega ogni coinvolgimento e rifiuta di consegnare i sospetti alle autorità di Buenos Aires.