Ogni volta che il Papa twitta sui migranti viene subissato di insulti

Ogni volta che il Papa twitta sui migranti viene subissato di insulti
Diritti d'autore Foto originale: Reuters. Screenshot effettuati nella mattina del 9 luglio 2019VATICAN MEDIA
Di Lillo Montalto Monella
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Tra i leoni da tastiera c'è anche chi, reinventandosi i Vangeli, scrive che "Gesù non era un migrante punto !"

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Ancora una volta, un tweet del Papa che invita a considerare i migranti "prima di tutto persone umane" è stato subissato di critiche e insulti.

Tra le risposte all'invito del Pontefice a mettere al primo posto, nell'esercizio della carità, gli ultimi - contenuto nella omelia in occasione dell'anniversario della visita a Lampedusa - sono arrivati messaggi di questo tenore:

  • "Vada affa...lo vedere la sua faccia mi da fastidio";

  • "..HAI SBAGLIATO MESTIERE E ANCHE NAZIONE , MA ANCORA DI PIÙ HA SBAGLIATO CHI T'HA FATTO PRETE";

  • Hai rotto. A calci in culo ad Avignone!

  • Ah France. C'hai rotto il cazzo se po' di???

Le anime pie che si scagliano contro Papa Francesco lo invitano a pensare piuttosto ai "bambini oltraggiati e alla famiglie distrutte di Bibbiano" (indagato un sindaco PD), ai "terremotati" (un classico del repertorio) oppure al "povero #VincentLambert agonizzante perché assetato o affamato".

Alcuni degli account Twitter che rispondono al Santo Padre sono bot, ma tra le persone reali compaiono Giordano, "patriota nazionalista" che ha come immagine copertina la tartaruga di CasaPound, oppure Kettyg64, che scrive come tra Salvini e il Papa ha scelto "il santo salvini figlio dei cristiani" (sic)

Non mancano fotomontaggi acrobatici in cui si accostano gli italiani brava gente in miniera e persone di colore che camminano o che sono sedute (nullafacenti!) o gli inviti a pensare naturalmente prima agli "italiani che dormono nelle macchine, o agli anziani che rivistano nella spazzatura" (sic).

C'è anche chi, reinventandosi i Vangeli, scrive che "Gesù non era un migrante punto !" (rigorosa la premessa argomentativa: "io sono un cattolico")

Il messaggio del Pontefice si inserisce in un dibattito politico alimentato anche dalla prima pagina di Repubblica di lunedì 8 luglio, che ha aperto con il titolo: "Cattolici a un bivio: il Papa o Salvini".

Il quotidiano ha intervistato il gesuita Padre Sorge il quale ha bollato il decreto sicurezza bis come contrario ai principi di umanità e cristianesimo, arrivando a paragonarlo alle leggi razziali fasciste del 1938. Lo storico del cristianesimo Alberto Melloni ha scritto, in un editoriale su Repubblica uscito lo stesso giorno, che "la propaganda degli spin doctor leghisti ha irretito parte di cattolicesimo rivendicando la titolarità di una lista di valori non negoziabili da “destra cristiana” (no ad aborto, lgbt rights, libertà religiosa, migrazione), non sempre praticati. E vi ha opposto una lista di valori “cristiani papisti” adatti ai “comunisti” (soccorso ai naufraghi, cura del povero, fratellanza umana, dialogo interreligioso)".

Gli insulti al Papa su Twitter non sono novità: già ai tempi di Benedetto XVI vennero lanciati appelli a ritirare il Vicario di Cristo da questa "umiliante gogna mediatica di cui lui è certamente ignaro".

Salvini ha scritto su Twitter di essere sicuro di essere nel giusto e che quindi non intende fermarsi, criticando qualche ora dopo la decisione di un parroco di un paese in provincia Pavia di tenere una messa "per Carola Rackete e tutte le donne di coraggio che mettono la legge di Dio prima della legge degli uomini". La funzione, riporta la stampa italiana, è stata annullata dal prete dopo un colloquio con il vescovo della locale diocesi.

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