Ndrangheta, Elia Minari: "È sempre più ramificata. Omertà anche al Nord"

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Di Luca Santocchia
Ndrangheta, Elia Minari: "È sempre più ramificata. Omertà anche al Nord"

Elia Minari ha cominciato a denunciare l'infiltrazione della criminalità organizzata nel nord Italia quando era ancora uno studente di liceo a Reggio Emilia. Nel 2009 è stato tra i fondatori di Cortocircuito, un'associazione culturale antimafia formata da giovani di diverse città del nord Italia, in particolare studenti universitari e neolaureati diventati esperti di criminalità organizzata e corruzione. Le loro inchieste sono state citate in tribunale nel corso di diversi processi.

Una di queste inchieste, risalente al 2014, era incentrata sulla presenza della ndrangheta a Brescello, piccolo comune dell'Emilia dove risiedeva Francesco Grandre Aracri, il boss dell'ndrangheta arrestato martedì.

"È dal 2009 che mi occupo della cosca Grande Aracri realizzando vari approfondimenti - ha detto Minari a Euronews -, in particolare una videoinchiesta è stata proiettata in un aula di tribunale nel corso del procedimento giudiziario che ha portato alla confisca dei beni di Francesco Grande Aracri. I suoi figli, anche loro arrestati, nel settembre del 2014 addirittura scesero in piazza per contestare l'inchiesta che avevo realizzato sul caso di Brescello".

"Ciò che emerge oggi - ha aggiunto - è una ndrangheta particolarmente sofisticata e che si sta espandendo anche a livello europeo. Una ndrangheta che conquista anche il consenso sociale degli imprenditori, una ndrangheta che ha costituito una società che voleva costruire 350 villette a Bruxelles, in Belgio. Una ndrangheta che cerca di espanderi e ramificarsi anche in ambiti insospettabili, come ad esempio il settore del riso. Dall'inchiesta emerge anche l'interesse per i fondi europei destinati all'agricoltura. La ndrangheta si muove agevolmente da un paese all'altro. Gli esponenti della cosca Grande Aracri sono ormai radicati e presenti in diverse città della Ue. C'è la necessità di contrastare questi fenomeni perché queste persone si presentano come imprenditori insospettabili che hanno tanta liquidità e non è facile riconoscerli".

Le inchieste di Cortocircuito e i successivi procedimenti giudiziari hanno contribuito a smontare il mito del sud italia omertoso.

"L'omertà purtroppo non è un fatto peculiare di certe aree geografiche - sottolinea Minari -. Bisogna prendere consapevolezza che omertà, silenzio e difficoltà nel denunciare sono una caratteristica che riguarda anche nord Italia e nord Europa. L'aspetto paradossale è che sono stati gli imprenditori stessi a cercare la ndrangheta, perché volevano i suoi servizi a basso costo. L ndrangheta offre soprattutto manodopera. Gli imprenditori contattano la ndrangheta per poter costruire a basso costo o, ad esempio, per poter smaltire i propri rifiuti in modo veloce. Poi però di questi personaggi non ci si libera più. Diventano anche particolarmente violenti e a quel punto denunciare diventa difficile".

"Ci sono stati tanti imprenditori del nord Italia e del nord Europa che hanno avuto timore di denuciare perché si trovano di fronte ad un'organizzazione capillare e strutturata. Molti di loro si sono rivolti a questi personaggi e poi non sono più riusciti a liberarsene. L'omertà quindi non è assolutamente un tratto tipico del sud Italia, come in tanti hanno sostenuto per lungo tempo, ma riguarda invece anche il nord".