Germania, brusca frenata per la locomotiva d'Europa. Stime di crescita riviste allo 0,6%

Germania, brusca frenata per la locomotiva d'Europa. Stime di crescita riviste allo 0,6%
Di Giulia Avataneo
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A pesare, in un'economia che si regge sulle esportazioni, l'incertezza dei mercati globali. Ma anche il settore auto, che ha bisogno di innovazione.

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Brusca frenata per l'economia tedesca. La locomotiva d'Europa viaggerà a velocità ridotta, crescendo di appena lo 0,6%, rispetto all'1,6% delle stime precedenti e all'1,5% del 2018.

Le previsioni sono state aggiornate dalla Banca centrale tedesca, che per il 2020 indica l'1,2%, leggermente sotto quanto preventivato dal governo.

Nel 2019 l'economia tedesca crescerà di appena lo 0,6%

"Nonostante i dati del primo trimestre siano in qualche misura superiori alle aspettative - ha detto il governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi, dalle ultime indicazioni emerge quanto l'instabilità globale continui a pesare sull'Eurozona".

Secondo gli analisti della Bundesbank le influenze esterne potrebbero peggiorare o prolungare il rallentamento dell'economia tedesca, strettamente collegata all'andamento delle esportazioni.

Gli industriali e le accuse al governo Merkel

Gli industriali se la prendono con le politiche del governo di Angela Merkel: "Ha perso la nostra fiducia", dice il presidente Dieter Kempf, accusando la grande coalizione di essere troppo litigiosa per adottare politiche efficaci di sostegno al sistema produttivo.

Una tendenza che rischia di influenzare anche i consumi interni.

Solo nel settore auto, le esportazioni sono calate di mezzo punto e le importazioni cresciute di 2, ad aprile, rispetto a un anno fa. Al netto dei movimenti dovuti alla stagionalità, il crollo dell'export a marzo è ancora più marcato: -3,7% le esportazioni e +1,3 le auto in arrivo dall'estero.

A pesare è anche la riorganizzazione di Ford, che ha deciso di chiudere un impianto nel Regno Unito e valuta di ridimensionare la sua presenza in Germania. Ma è l'intero comparto ad essere in difficoltà, dopo il Dieselgate e in ritardo sulla sfida dell'auto elettrica. Situazione che potrebbe riflettersi anche sui livelli dell'occupazione tedesca, da molti anni stabilmente tra i più alti d'Europa.

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