Tutti i venerdì in piazza contro uno stato incantato

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Di Euronews
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Le proteste in Algeria non cessano. Urgono le riforme mentre le elezioni presidenziali sempre più lontane sembrano non far sperare molto un popolo afflitto da una dirigenza incapace di innovazione e progresso

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13esimo venerdiì di proteste di piazza in Algeria, in pieno Ramadan, e tutto dice che le elezioni presidenziali previste ai primi di luglio potrebbero slittare anche a fine anno.

Il Gattopardo targato Algeri

Dopo 20 anni il malandato presidente Abdelaziz Bouteflika ha lasciato (da alcune settimane) il potere spinto anche dalla piazza e dalle alte sfere dell'esercito ma la vecchia guardia si strappa i brandelli del potere e resiste ad autentici progetti di riforme reclamati dal popolo.

"Vogliono distruggerci - tuona un dimostrante - ma non lo faranno con la volontà di Dio. Abbiamo detto che se ne devono andare tutti, e che se ne vadano tutti una buona volta. Basta con le loro faide. Siamo noi a decidere chi ci deve rappresentare, non loro".

I tentennamenti del Consiglio costituzionale

Il Consiglio costituzionale, che sta cercando di accompagnare il paese nelle transizione, doveva diramare il programma per le elezioni. Il 25 maggio scadono i termini per presentare la propria candidatura. Ogni candidato deve disporre di almeno 60.000 firme come prevede la legge.

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