La "rivoluzione e-bike" preoccupa l'industria europea delle bici

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Di Luca Colantoni
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In quasi tutta Europa ormai basta uno smartphone per sbloccare una bicicletta o un monopattino e girare in città senza problemi. Indubbiamente una comodità che pero', dal punto di vista commerciale, preoccupa l'industria europea della biciclette che teme la concorrenza cinese.

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In quasi tutta Europa ormai basta uno smartphone per sbloccare una bicicletta o un monopattino e girare in città senza problemi. Indubbiamente una comodità che pero', dal punto di vista commerciale, preoccupa l'industria europea della biciclette che teme la concorrenza cinese nella costruzione in massa della due ruote a pedali.

EVANGELIA ANEVLAVI, ASSOCIAZIONE PRODUTTORI EUROPEI DI BICICLETTE
"In questo momento, stiamo lottando contro le importazioni illegali delle tante biciclette sviluppate in Cina, che ammontano a quasi cinque volte di più della domanda dell'Unione Europea. Questo fenomeno si è sviluppato a causa delle sovvenzioni massicce e illegali che il governo cinese ha concesso ai produttori di biciclette cinesi. In questo momento, riteniamo che l'industria europea delle biciclette sia importante e noi vogliamo sopravvivere".

E per aiutarli in questa sopravvivenza, lo scorso gennaio, il dipartimento commerciale della Commissione europea ha imposto una serie di obblighi sulle e-bike cinesi importate. E queste misure, al momento, sembrano funzionare.

JOHAN HUYGENS, DIRETTORE GENERALE, SCOTT SPORTECH BENELUX
"Gli standard di qualità sono piuttosto alti in Europa. Come produttore europeo siamo responsabili dei test e di ogni tipo di problema che le nostre bici hanno e non sui prodotti cinesi, quindi penso che sia una buona cosa proteggere il nostro mercato e proteggere la nostra sicurezza sociale e i nostri lavoratori dalla concorrenza sleale".

Bruxelles aveva iniziato due anni fa una indagine sull’aggressiva politica commerciale cinese sul fronte dei prezzi dell'e-bike

LAURENT RUESSMANN, UFFICIO LEGALE FIELDFISHER
"Senza queste misure, l'industria non sarebbe sopravvissuta, sarebbe stata spazzata via come negli Stati Uniti e in Giappone, che non hanno fatto nulla per affrontare il commercio sleale proveniente dalla Cina".

La UE intende frenare la pedalata del mercato cinese in Europa e la cosa ha suscitato forti ripercussioni da Pechino.

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