L'Algeria non ha più paura

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Di Alberto De Filippis
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Proteste previste per venerdì in pieno ramadan

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Non sembrano aver più paura gli algerini. Malgrado un impressionante sistema di sicurezza in tutto il paese, migliaia di persone sono scese in strada per chiedere un cambio nel sistema politico.

A Tinerkouk le proteste sono diventate violente. Almeno 24 poliziotti sono rimasti feriti. I manifestanti protestavano contro la disoccupazione in un paese assai giovane, potenzialmente ricchissimo viste le riserve di petrolio, ma con un sistema profondamente corrotto che ha di fatto congelato il mercato del lavoro.

Le proteste sono anche contro la decisione delle autorità di votare comunque il 4 luglio per le presidenziali.

"Chi dice di voler combattere contro la corruzione del vecchio regime dovrebbe cominciare con il pulire le sue di mani", dice un uomo.

Un altro aggiunge: "Gli algerini hanno deciso che non ci sarà voto con questo sistema di riciclaggio. Vogliamo facce nuove, giovani, che lascino il posto ai giovani".

Il giro di vite delle forze armate sembra portare i suoi frutti anche se g li algerini credono che non sia ancora venuto il momento di votare. Chiedono le dimissioni del presidente ad interim, ex sodale di Bouteflika.

Così un ex premier segretario di uno dei partiti di opposizione: "Ho chiesto che l'esercito sia presente come forza della nazione come i sindacati, le personalità politiche, i partiti politici e gli attori della rivoluzione civile. Sono loro le forze vive della nazione. Devono accompagnare e aiutaare facilitare la transizione". Belle parole a cui in Algeria ormai non crede più nessuno perché non sono state quasi mai accompagnate dai fatti.

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