Brexit: no al terzo voto della camera sull'accordo

Brexit: no al terzo voto della camera sull'accordo
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Di Paola Cavadi
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Lo speaker della Camera dei Comuni, John Bercow, gela Downing Street sulla possibilità che i deputati si pronuncino per la terza volta sullo stesso accordo sostanziale già rigettato per due volte.

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Colpo di scena per Downing Street: il governo di Theresa May, è rimasto spiazzato dalla presa di posizione dello speaker della camera dei Comuni, John Bercow, che ha escluso qualsiasi ipotesi di terzo voto sull'accordo di ritiro concluso tra la premier e Bruxelles. alla già intricata vicenda della Brexit, si aggiunge un inaspettato braccio di ferro tra poteri.

"Quello che il governo non può legittimamente fare - ha dichiarato dal suo scranno lo speaker John Bercow - è ripresentare alla Camera la stessa proposta, o sostanzialmente la stessa proposta, di quella della scorsa settimana già respinta con 149 voti".

Una mossa che costringe il governo e il segretario della Brexit, Stephen Barclay, a una contromossa. Difficile, dal momento che qualcosa sul fronte degli "anti brexiters" si muove, con un gruppo di deputati conservatori convertiti, o in via di conversione, verso l'ok alla aproposta di May. Ad risultare determinante, alla fine, potrebbe essere il voto degli irriducibili del Dup, anti brexiters radicali, divenuti ago della bilancia in un gioco al buio che la premier britannica controlla a mala pena.

Unica strada percorribile, a questo punto, quella di un rinvio e della prosecuzione delle trattative, regolamenti parlamentari alla mano. Di sicuro c'è solo che, nel caso il Parlamento chiedesse il rinvio, Bruxelles, che dovrà pronunciarsi all'unanimità dei suoi membri, pretenderà spiegazioni limpide, merci ormai rare dalle parti di Westminster.

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