Donald Trump fa la voce grossa con Cuba e l'Europa si preoccupa

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Di Alberto De Filippis
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"The Donald" spinge i connazionali a fare causa al governo cubano per espropri illegali

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Ormai mezzo secolo fa lo scomparso Fidel Castro aveva nazionalizzato i beni delle aziende statunitensi operanti nell'isola. Oggi l'amministrazione Trump spinge i cittadini americani espropriati dopo la rivoluzione del 1959 a rivolgersi a un tribunale americano per chiedere la restituzione delle loro proprietà. Le attività operative in esercizio e condannate avrebbero l'obbligo di restituirle. Diversamente, verrebbero attaccate dagli Stati Uniti nelle proprie attività americane. Immediata la risposta del ministro degli esteri cubano Bruno Rodriguez che qualifica la decisione come inaccettabile.

Sarebbero già seimila le cause registrate presso i tribunali americani. I gruppi francesi, molto presenti a Cuba, sono particolarmente presi di mira. La possibilità di fare causa direttamente ad aziende straniere è congelata fino al 17 aprile

Secondo un ex diplomatico si tratta di "un percorso tortuoso che potrebbe portare a un ulteriore scontro commerciale con Bruxelles". A molti appare invece una sorta di rappresaglia di Washington per il reiterato supporto dell'Avana al potere di Nicolas Maduro in Venezuela.

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