Sardegna, i pastori: "crollo del latte devasterà la nostra economia"

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Di Stefania De Michele
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Reportage di Stefania De Michele tra i pastori della Sardegna

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Gli agricoltori e i pastori che producono latte in Sardegna stanno lottando, giorno dopo giorno, per chiedere l'aumento del prezzo del latte di pecora, che è sceso di oltre il25%, in seguito al crollo del prezzo del formaggio Pecorino Romano, che assorbiva circa la metà della produzione di latte ovino dell'isola.

Il settore, come anche il produttore sardo di latte, Sergio Sanna, intervistato da Euronews nella sua tenuta, avverte che il prezzo attuale di 60 centesimi al litro causerà una crisi tanto forte da azzerare i guadagni. Agricoltori e pastori hanno preferito eliminare il latte munto dal loro gregge, e, a malincuore, scegliendo di buttarlo, piuttosto che venderlo a un prezzo cosi anti-economico.

Tuttavia, il prezzo è deciso dal mercato e sugli scaffali della distribuzione rimangono invenduti tonnellate di pecorino romano.

Un gesto che enfatizza e amplifica la forte ondata di protesta che nelle scorse settimane ha raggiunto il culmine coinvolgendo le piazze e le vie di comunicazione imbiancate di latte che non è stato immesso dal mercato. Sempre nel contesto della 'crisi del latte', circa 100 contadini hanno fermato domenica un carico di maiale proveniente dalla Francia, bloccando l'autostrada 131 nei pressi di Terralba, dove hanno esibito uno striscione che da voce alla frustrazione e ai disagi vissuti da un intero comparto dell'economia sarda - "I pastori sardi non sono schiavi di nessuno".

E ancora, sabato la protesta si è estesa al mondo del calcio, quando gli agricoltori hanno temporaneamente impedito alla squadra del Cagliari di lasciare il campo degli allenamenti per poter recarsi sulla terraferma in cui erano attesi per una partita contro il Milan.

Intanto, la richiesta urgente dei sardi di aumentare i prezzi per arginare le perdite è arrivata a Roma, al tavolo di filiera convocato al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo presieduto dal Ministro dell'Agricoltura,Gianmarco Centinaio, che ha dato rassicurazioni in merito all'avanzamento della trattativa per trovare soluzioni al piu presto, affrontata non solo a livello locale e nazionale, ma anche con le istituzioni dell'Unione europea.

Il Ministro Centinaio ha tuttavia ribadito che delle questioni legate all'aumento dei prezzi se ne parlerà in Sardegna, per trovare l'accordo.

Il Ministro è stato sia a Bruxelles che in Sardegna impegnandosi a salvare il lavoro dei pastori sardi e per esplorare possibilità concrete di portare nuove risorse finanziarie a sostegno dell'economia e del futuro dei produttori di latte. Si è lavorato per raggiungere un'intesa sul prezzo: labozza uscita dall'incontro tenutosi a Cagliari propone 72 centesimi al litro, che gli allevatori hanno rilanciato a 80 centesimi per arrivare a 1 euro a fine stagione. Assolatte però resta fermo su una posizione che non vuole riaprire trattative, già chiuse e in cui gli industriali, hanno fatto un ulteriore sforzo nel proporre un acconto del 20% superiore alla proposta iniziale. Uno sforzo che corrisponde a 25 milioni in più di costo industriale, senza alcuna garanzia di ritorni dell'investimento.

In Sardegna, ad Arbus, l'inviata di Euronews, Stefania de Michele ha incontrato il produttore Sergio Sanna per raccontare le difficoltà che vive la sua famiglia, come molte altre, sconvolta dalla crisi del latte che sta creando enormi disagi all'intero comparto dell'economia sarda. Molti giovani e figli di agricoltori e pastori stanno già lasciando l'isola, per trovare una nuova occupazione all'estero.

Stefania De Michele, la nostra inviata, riporta che in questa congiuntura e particolare periodo dell'anno, "a\_lla vigiglia delle_ elezioni regionali, i produttori sardi si aspettano lapoliticae ilsettore caseario riescano a dare delle risposte importantia questo'caos del latte'c\_he pare infinito"._

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