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L'isola del rimpianto: i numeri della crisi del latte

L'isola del rimpianto: i numeri della crisi del latte
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Di Cecilia Cacciotto
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All'origine delal protesta un surplus di produzione di pecorino romano, cui è destinato il latte ovino. L'esasperazione dei pastori sardi ha fatto il giro dei media del mondo intero

La protesta dei pastori sardi va in scena da settimane.

Con blocchi stradali e il riversamento di tonnellate di latte in strada hanno portato in piazza la richiesta, rimasta fino allora inascoltata, di aumentare il prezzo del latte al litro, calato a 60 centesimi dagli 85 del 2017.

La patorizia è una delle principali voci dell'economia dell'isola e l'allevamento ovino rappresenta il 40% delle entrate del settore. Sono in tutto 12 mila le aziende ovine e vi lavorano direttamente direttamente a 30 mila persone. Altro dato interessante è il numero di pecore, circa 3 milioni, ce ne sono quasi due per abitante.

Il cuore del problema, una sovraproduzione di pecorino romano.

Il 60% del latte ovino prodotto nell'isola, circa 300 milioni di litri all'anno, è usato per la produzione del pecorino romano, la sovraproduzione del 2017/2018 (pari a più 22,5% )non è stata assorbita dal mercato e si è riflessa immediatamente sul prezzo del latte. 

Gli isolani dicono che se si lascia morire la pastorizia, è la fine.

La Sardegna resta una delle regioni più povere d'Italia, con poco più di 1 milione e mezzo di abitanti, ha un tasso di disoccupazione giovanile di quasi il 50%, un giovane su due non ha lavoro. E moltissimi sono costretti a emigrare.

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