Gli allevatori isolani ancora in piazza, per protestare contro il prezzo del latte. La minaccia: "Bloccheremo i seggi elettorali"
I pastori sardi continuano a far sentire la loro voce. Gli allevatori riversano da giorni la propria rabbia sulle strade della Sardegna, per protestare contro il prezzo del latte ovino e caprino, venduto alle aziende per troppo poco: 60 centesimi di euro al litro, un prezzo che non copre neanche le spese dei produttori. Mentre arrivano le prime denunce, domenica mattina a Porto Torres decine di contestatori hanno fermato dei tir frigo provenienti da Genova, tra i quali un mezzo che trasportava carni suine francesi.
L'ira dei pastori isolani
"Ogni pastore ha 11 persone da sfamare. Altro che essere assistiti, siamo noi che stiamo assistendo gli altri", spiega un manifestante.
"Questi ragazzi che fanno parte della nuova generazione", dichiara un altro allevatore. "Sto insegnando loro qual è la dignità e come vendere il loro prodotto".
I pastori non chiedono solo un aumento del prezzo del latte, ma contestano anche l'acquisto da parte di aziende locali di materia prima comunitaria, usata poi per formaggi e prodotti a marchio sardo. "Siamo alla fame e nessuno ci dà retta", dice infuriato un pastore.
“Soluzione o blocchiamo i seggi”
E ora arriva anche l'ultimatum alle istituzioni: se non si troverà una soluzione in pochi giorni, verranno bloccati i seggi in tutta l'isola, per le elezioni regionali di domenica 24 febbraio.