Haitiani in strada contro il presidente

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Di Sergio Cantone
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Haiti non trova pace. Il paese più povero dei Caraibi, e tra i meno sviluppati del mondo, è scosso da proteste contro il presidente Jovenel Moise. È accusato di corruzione e malgoverno. Già al di sotto di quasi tutti gli standard mondiali, Haiti non si è più ripreso dal terremoto di nove anni fa

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L'effetto domino dello scandalo Petrocaribe appicca il fuoco della protesta ad Haiti. Scontri con la polizia, almeno un morto, e una sassaiola sulla residenza presidenziale. Al terzo giorno di contestazioni contro la corruzione governativa cresce l'intensità dello scontro nell'isola caraibica.

Dice un contestatore: "Da quando è al potere il presidente, Jovenel Moise, non ha fatto nient'altro che mentire. Viviamo nella fame, nella disperazione. Non troviamo nemmeno di che sfamarci!" Mentre un altro invoca: "non posono continuare a uccidere la gente. Jovenel se deve andare!"

Il clima quasi insurrezionale risale a dicembre scorso quando la popolazione haitiana scoprì che 2 miliardi di dollari prestati a tassi di favore di Petrocaribe, il gruppo di commercio petrolifero caraibico guidato dal venezualena erano di fatto spariti dalle casse dello stato.

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