Giustizia o voglia di nascondere le prove sotto il tappeto per Riyad?
La pubblica accusa saudita ha richiesto cinque condanne a morte per l'omicidio del giornalista dissidente Jamal Kashoggi, ucciso nel consolato del suo paese a Istanbul dove si trovava per ritirare dei documenti.
I sospetti sarebbero parte del commando arrivati nella sede diplomatica e ripartiti dopo aver ucciso e fatto sparire il cadavere del giornalista. Non si conoscono i nomi delle persone di cui è stata richuesta la condanna. Cinque alti ufficiali dei servizi segreti sauditi erano stati licenziati dopo l'omicidio, ma non si sa se queste persone facciano parte del commando che ha ucciso il giornalista.
La ferocia dell'omicidio di un dissidente politico ha vanificato gli sforzi di relazioni pubbliche che l'Arabia Saudita aveva compiuto in questi anni per dimostrare che la dinastia si era svecchiata e che il paese aveva intrapreso un cammino di riforme.