Mentre il ministro dell'interno minimizza, Macron convoca i leader dell'opposizione e dei Gilet Gialli: ma se i primi lo accusano di scollamento dalla realtà, i secondi disertano la chiamata
La rivolta dei Gilet Gialli sul caro vita in Francia sembra aver preso in contropiede l'Eliseo. Mentre le manifestazioni tendono ormai a degenerare in sommosse la cui intensità ricorda quelle del maggio francese di 50 anni fa, il governo pare voler minimizzare. Secondo il ministro dell'Interno Cristophe Castaner, i disordini sarebbero dovuti a sparute minoranze interessate soltanto a saccheggiare negozi e attività commerciali. "Si tratta di disturbatori che agiscono per opportunismo economico - ha detto Castaner - e con intenzioni immorali. Approfittano del caos per distruggere e derubare i negozi, quindi non sono politicamente categorizzabili".
Nel frattempo però la furia dei manifestanti ha costretto il presidente Macron a fare un passo indietro, ordinando un incontro tra il suo premier Eduard Philippe e i leader dell'opposizione, che tornano però ad accusare il governo di scollamento dalla realtà. "Sono sempre più distanti dal vissuto dal popolo francese - ha dichiarato il leader di centro-destra Jean-Cristophe Lagarde - ma ora dovranno ascoltarci. Altrimenti, se il governo non farà un passo indietro, se non ci sarà una moratoria su tasse e carburanti, la situazione si farà esplosiva".
E mentre alla protesta si uniscono anche gli autisti di ambulanze, che lunedì a Parigi hanno bloccato Place de la Concorde, a rifiutare di incontrare il premer, adducendo ragioni di sicurezza, sono i leader dei Gilet Gialli. Philippe dovrebbe annunciare a breve alcune nuove misure, con le quali si spera di evitare un nuovo weekend di guerriglia urbana. Ma resta da vedere se il movimento si accontenterà.