Gilet gialli: terzo sabato di passione per Parigi

Gilet gialli: terzo sabato di passione per Parigi
Diritti d'autore REUTERS/Stephane Mahe
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Di Alberto De Filippis
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Il centro devastato da una minoranza di delinquenti

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Devastazioni, macchine bruciate, interi quartieri del centro bloccati. È stata un'alta brutta giornata per Parigi che vedeva per il terzo sabato consecutivo le manifestazini dei gilet gialli, l'autonominato collettivo che protesta contro gli aumenti della benzina e il sempre maggiore costo della vita. Erano poche migliaia nelle strade della capitale, ma un'ancora più sparuta minoranza ha messo a ferro e fuoco la città, costringendo gli abitanti a chiudersi in casa e mettendo a rischio anche chi era venuto con l'intenzione di manifestare pacificamente.

Da Buenos Aires, dove si trovava per il G20, il presidente Emmanuel Macron è stato chiaro.: "I colpevoli di queste violenze non vogliono cambiamenti. Non vogliono migliorìe, ma solo il caos. Tradiscono le cause che dicono di voler servire. e che manipolano. Saranno identificati e pagheranno di fronte alla giustizia".

Le reazioni di chi era in strada sono varie. Una ragazza si lamenta perché il presidente non li ha ascoltati. "Ci ha fatto la lezioncina, ma non ci ha proposto nulla. Non sono a favore dei vandali e non sono qui per quello. Nelle rivoluzioni bisogna bloccare, ma non distruggere. Io ho parlato con i poliziotti e ho detto che non eravamo noi a fare questi danni. Erano estremisti, gente di ultradestra e black block".

Quasi 300 arresti e decine di feriti con circa 75.000 persone che protestavano su tutto il territorio francese e poco più di 5000 a Parigi. Una manciata di loro è stata sufficiente per trasformare il centro in zona di guerra e con le feste di Natale alle porte, oltre ai danni, i commercianti vedono incrementare le loro perdite tanto che, nel paese, si sta formando un altro gruppo, quello dei fazzoletti rossi, che si è prefisso di impediire i blocchi che stanno costando carissimi alla Francia.

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