Andalusia, il successo nazionalista di Vox

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Il partito di estrema destra entra per la prima volta in parlamento andaluso con 12 seggi

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Si dichiarano nazionalisti e centralisti, sono per l'abolizione delle comunità autonomiche; inneggiano a una società fondata sulla famiglia, sono islamofobi, antiabortisti e si battono contro l'immigrazione. Con queste linee programmatiche Vox, il partito di estrema destra spagnolo, a sorpresa ha portato 12 dei suoi candidati nel parlamento regionale dell'Andalusia, moltiplicando in soli tre anni, i propri voti per 20: dai 18.000 del 2015 ai quasi 400.000 di domenica.

L'exploit è merito di Santiago Abascal, scissionista dal Partito popolare del moderato Mariano Rajoy e novello populista di destra, che si è già adeguato al lessico dei suoi omologhi attaccando la cancelliera tedesca Merkel, "che ha aperto le porte all'immigrazione massiccia e che sta trasformando l'Europa in qualcos'altro".

Posizioni nette anche sulle vicende catalane: per Abascal le spinte all'indipendenza di Barcellona si risolvono con pesanti condanne a carico dei separatisti e con l'abolizione definitiva dell'autonomia regionale. Rafforzato dall'onda populista che corre in Europa, Abascal si dice certo che i contenuti espressi da Trump o dai movimenti del vecchio continente siano "qualcosa di permanente". Secondo una prima analisi del voto, l'elettore medio di Vox è maschio, di mezza età, con un salario sopra i duemila euro e una ideologia marcatamente di destra.

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