In Francia aumenta il numero dei produttori di whiskey

Forse, tra qualche anno la prima nazione che ci verrà in mente quando penseremo al whiskey sarà la Francia.
I produttori francesi sperano infatti di poter sfruttare gli spazi lasciati dalla Brexit per inserirsi nel mercato del superalcolico a base di malto apprezzato in tutto il mondo.
Chi si è già portata avanti è la distilleria bretone Warenghem la prima a iniziare la produzione in Francia nel 1983.
"Prima del 2010 produrre wiskey bretone era considerata un'idea assurda e la gente pensava che fossimo pazzi" racconta David Roussier amministratore delegato della distilleria Warenghem "Così all'inizio abbiamo cercato di adattarci al mercato e abbiamo quindi cominciato a distribuire la nostra miscela nei supermercati"
Il settore, in Francia, è molto florido: ogni anno si consumano infatti circa 200mila bottiglie e il numero totale delle distillerie è passato dalle 5 dei primi anni 2000 alle 60 di oggi.
Uno dei segreti del gusto del whiskey è nella modalità di invecchiamento all'interno delle botti e i produttori francesi hanno una tradizione secolare nell'utilizzo delle botti per il vino.
"Qui abbiamo un whiskey invecchiato in antiche botti usate per il vino Franche Comtè" dice Phillipe Jugè presidente dell'associazione dei produttori di whiskey francesi "Questo è prodotto nella regione del Cognac, quest'altro ancora invecchiato nelle botti del Sauternes quindi è vero che la produzione di whiskey in Francia è strettamente legata all'industria vinicola".
Il risultato è una varietà di whiskey con gusti molto particolari. Varietà che potenzialmente potrebbero diventare numerose quanto quelle del vino francese.