Gli attentati di Parigi, tre anni dopo: "Io, sopravvissuta"

Quel maledetto 13 novembre 2015...
PARIGI (FRANCIA) - Sono passati tre anni, da quel maledetto venerdi 13 novembre 2015.
Parigi colpita da una serie di attacchi terroristici che hanno causato 130 morti, tra cui una cittadina italiana, Valeria Solesin, lasciando sotto shock un intero paese.
Lo Stade de France, i caffè, i ristoranti, il Bataclan: presi di mira in una notte che non dimenticheremo mai.
Soprattutto quelli che l'hanno vissuta.
Per i sopravvissuti agli attacchi di Parigi, riprendersi è stato un percorso particolarmente lungo e doloroso.
La nostra corrispondente di Parigi, Anelise Borges, ha incontrato una dei sopravvissuti: sta provando a ricostruirsi una vita.
"Avevo paura di morire, ma al Bataclan: avevo più paura di morire fuori"
Era venerdì sera e Catherine era fuori con gli amici a far festa in una delle sue sale da concerto preferite a Parigi, il Bataclan. Quando, all'improvviso, è stata coinvolta in una spirale di violenza senza precedenti.
"Avevo paura di morire", dice Catherine Bertrand. "Ma stranamente non avevo paura di morire all'interno del Bataclan. Avevo più paura di morire fuori: le persone che erano bloccate nell'uscita di sicurezza e nella tromba delle scale con me, non volevano uscire. Perché stavano sparando anche per strada. Ed era un bagno di sangue".
Come parte del suo processo di guarigione, Catherine ha pubblicato un libro dal titolo "Cronache di un sopravvissuto".
Un modo per esorcizzare la paura e tornare a vivere.
"Abbiamo tutti una nuova vita"
"Per me un sopravvissuto è qualcuno che combatte per vivere e cerca di trovare un compromesso per stare il meglio possibile nella sua nuova vita", dice Catherine. "Perché tutti abbiamo cambiato la nostra vita in questa storia".
E ora Catherine può provare a tornare a sorridere.