Khashoggi: per la procura di Istanbul "è stato strangolato e poi fatto a pezzi"

Khashoggi: per la procura di Istanbul "è stato strangolato e poi fatto a pezzi"
Diritti d'autore REUTERS/Osman Orsal
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Di Alberto De Filippis
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Lo ha scritto in una nota il procuratore capo di Istanbul Irfan Fidan: "E' stato un omicidio premeditato"

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Il giornalista saudita Jamal Khashoggi è stato strangolato subito dopo il suo ingresso nell'ambasciata dell'Arabia Saudita ad Istanbul, poi il suo corpo è stato fatto a pezzi e fatto sparire. A scriverlo in una nota è il procuratore capo di Istanbul Irfan Fidan: "Quello di Khashoggi - si legge - è stato un omicidio premeditato". I resti del giornalista non sono ancora stati ritrovati.

Una ricostruzione che mina ulteriormente la credibilità della ricostruzione degli eventi fornita dai sauditi, secondo cui Khashoggi sarebbe stato ucciso in seguito ad una collutazione scoppiata nel consolato, dove il giornalista si era recato per questioni burocratiche legate al suo imminente matrimonio.

Le dichiarazioni di Irfan Fidan mettono in luce anche gli scarsi risultati della collaborazione tra inquirenti turchi e sauditi in quella che in teoria è un'indagine congiunta: "I colloqui con il procuratore saudita Saud al-Mojeb - si legge ancora nella nota - non hanno portato a risultati concreti".

La Turchia ha anche espresso forti dubbi circa il fatto che le autorità dell'Arabia Saudita vogliano davvero collaborare per elucidare la vicenda. L'omicidio sarebbe stato pianificato, ecco perché la procura turca ritiene che gli omologhi sauditi non siano sinceri, questo dopo che alcune richieste di Ankara non sono state evase e come se non bastasse i turchi affermano che anche la visita del procuratore generale del regno saudita a Istanbul non ha portato risultati concreti. In questa brutta spy story testimoni della procura turca che hanno chiesto di conservare l'anonimato affermano di avere l'impressione che i sauditi più che essere interessati a scoprire la verità, vogliano invece sapere quali siano le prove a carico dei sospetti per poterle smontare in fase dibattimentale.

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