"E' una situazione terribile e sinceramente proprio il fatto che sia capitato a un giornalista è sinonimo di gravità per tante ragioni." Lo ha affemsto il presidente Trump.
Scomparso nove giorni fa in Turchia il giornalista saudita, opinionista del Washington Post, Jamal Khashoggi, (dopo l'ingresso nel Consolato del suo Paese da cui, secondo la polizia turca, non è piu uscito) la sua presunta fine tragica - con risvolti al limite dell'horror - ha attirato forti reazioni dal mondo e la continua attenzione del presidente americano Trump.
"Speriamo che qualcosa di buono possa uscire da tutto questo e chiunque sia stato non lasceremo che passi tutto in sordina. Non lo permetterò mai, non potrò dimenticare quanto accaduto". Sono le parole cariche di emozione di una degli editor più importanti del Washington Post, della sezione opinionisti Globali, Karen Attiah.
Le preoccupazioni di Trump, qui espresse, si accompagnano comunque alla posizione ferma sulle relazioni economiche con l'Arabia Saudita che per Trump non sono da mettere in discussione e in particolare le maxi-commesse di armi:
"E' una situazione terribile e, sinceramente, proprio il fatto che sia capitato a un giornalista è sinonimo di gravità per tante ragioni. Il governo turco sta lavorando sin dall'inizio duramente al caso, quindi vedremo cosa succederà."
Volontariamente in esilio negli Stati Uniti dal 2017, Kashoggi aveva espresso diverse critiche sull’intervento militare di Riad in Yemen. Al consolato era andato insieme alla propria compagna che ha aspettato invano al suo esterno.
La corrispondente da Instanbul della Reuters, Emily Wither, ha analizzato la posizione della Turchia sulla vicenda:
"La Turchia ha bisogno dei sauditi, ed ecco perché forse la risposta arriva con molta cautela. Hanno bisogno di investimenti da parte loro, hanno bisogno del turismo saudita. In misura minore, hanno poi bisogno anche di petrolio saudita. Stiamo parlando di un paese, la Turchia, che si trova nel bel mezzo di una crisi economica.