"Troppo deficit", la commissione europea boccia il DEF

"Troppo deficit", la commissione europea boccia il DEF
Di Gioia Salvatori
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I commissari Moscovici e Dombrovskis scrivono a Roma venerdì sera a mercati chiusi; "seria preoccupazione" per l'inversione di rotta rispetto alla promessa di riduzione del deficit.

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La Commissione europea non perde tempo e ribatte subito a Roma sul Def bocciandolo con una lettera di due pagine che arriva a mercati chiusi, venerdì sera.

Ciò che inquieta Bruxelles è l'aumento del deficit mentre ne era stato promesso il contenimento.  Pierre Moscovici, commissario europeo per gli Affari economici e monetari e Valdis Dombrovskis, vice presidente della Commissione, scrivono che "i target di bilancio rivisti puntano ad una deviazione significativa dal percorso raccomandato e ciò è fonte di seria preoccupazione".

Il nodo della crescita

L'Italia, come è noto, prevede un deficit al 2,4% per il 2019,  scommettendo su una crescita "vigorosa", come la definisce il ministro dell'economia Giovanni Tria, fino al 2020, mentre la Commissione europea al contrario stima una frenata per il Pil italiano: per il 2019 più 1,1% a fronte del più 1,5 previsto da Roma.

Il punto è che senza una crescita importante l'Italia potrebbe sforare il tetto del 3 % di deficit.

Il problema delle coperture

Altro nodo le coperture, imponenti. Con il Def appena presentato l'esecutivo apre a una manovra di circa 36-40 miliardi, circa il doppio della norma; il minimo delle misure di welfare promesse, tra queste reddito di cittadinanza, Flat tax per partite Iva fino al 65mila euro, revisione della legge Fornero e nuove assunzioni nelle forze dell'ordine, costa circa 22 miliardi, quasi del tutto ricavati dall'aumento del deficit.

Il resto delle coperture arriverà, stando al Def, da un taglio di 3,6 miliardi ai ministeri, 10 miliardi in tre anni arriveranno dalle privatizzazioni e altre entrate si prevedono dalla stretta fiscale sulle banche e dall'asta delle frequenze per il 5G. E mentre qualche ministro e i sindacati già si ribellano ai tagli ai ministeri, si capisce che la caccia alle coperture in vista della manovra non sarà facile.

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